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Dopo tre settimane la petizione Salviamo il Centro regionale per la Sclerosi Multipla di Cagliari, lanciata lo scorso 1° agosto da un gruppo di pazienti sardi ha raccolto quasi 24mila firme. Un’adesione ben superiore al numero dei malati di Sclerosi Multipla in Sardegna, a testimonianza dell’ampia condivisione dei suoi contenuti anche da parte di una società civile non legata in maniera diretta a chi è affetto da questa patologia. Le ragioni esposte nella petizione hanno avuto un’ampia diffusione anche attraverso i social network e la carta stampata, talvolta a nome dell’Associazione Italiana per la Sclerosi Multipla (AISM), talvolta a titolo personale da parte di singoli cittadini malati di sclerosi multipla.

“Come pazienti del Centro Regionale per la Sclerosi Multipla, ma soprattutto come rappresentanti dell’ampia comunità di malati sardi, vorremmo che il tema sul diritto alla cura di questa grave patologia, che in Sardegna ha un penoso primato nazionale per numero di malati, non cadesse nell’oblio o venisse accantonato a favore di altre emergenze sanitarie, pure importanti”, scrivono Rita Puddu, Giovanna Porcu, Mara Vacca, Silvia Scanu, Antonello Scasseddu, Katiuscia Pilloni, Maria Assunta Cabras e Gianluca Aru, i promotori della petizione. “La crisi in cui versa il Centro Regionale per la Sclerosi Multipla del Binaghi di Cagliari è un’emergenza, la cui soluzione deve essere assolutamente affrontata e risolta quanto prima dalla nostra Amministrazione Regionale”.

In una nota, i promotori della petizione ribadiscono i motivi alla base della protesta. In primo luogo la carenza di personale medico.

“L’efficienza di un centro specialistico per malattie croniche si misura anche attraverso il buon livello di interazione tra medici e pazienti, ovvero attraverso l’adeguata attenzione che il personale può rivolgere alle esigenze del malato in termini di disponibilità di tempo e di mezzi – spiegano -. L’attuale sottodimensionamento del personale del CRSM con una proporzione di 1 medico ogni 1200 pazienti sta completamente azzerando la capacità assistenziale del Centro e generando gravi ripercussioni sulla salute dei malati di SM che devono sopportare ulteriori disagi oltre a quelli già insiti nella malattia, tra cui insostenibili ritardi per l’effettuazione di esami diagnostici e di controllo e delle terapie farmacologiche, nonché subire la completa spersonalizzazione del rapporto con il proprio medico curante”.

Da qui la richiesta dell’attivazione urgente di procedure concorsuali per il reclutamento stabile di alcune unità di personale medico per raggiungere proporzioni quantomeno allineate alla media nazionale (1 medico ogni 1000 pazienti), con una previsione di incremento dell’organico negli anni che porti all’auspicabile avvicinamento al numero ideale di 1 medico ogni 250 pazienti.

Altro problema è quello della dislocazione del centro. Uno dei maggiori disagi per i pazienti è infatti rappresentato dal non avere più il riferimento di un Centro che localizzi tutti i servizi assistenziali e terapeutici in un’unica sede, come era inteso il CRSM del Binaghi al momento della sua fondazione.

Il vantaggio di un Centro unico dedicato alla cura della sclerosi multipla – evidenziano Rita Puddu, Giovanna Porcu, Mara Vacca, Silvia Scanu, Antonello Scasseddu, Katiuscia Pilloni, Maria Assunta Cabras e Gianluca Aru – si traduce in una maggiore efficienza dei servizi nei confronti di problematiche peculiari della patologia (una su tutte la difficoltà di deambulazione) e quindi nell’esistenza di adeguate caratteristiche della struttura quali l’assenza di barriere architettoniche, sale day hospital confortevoli e attrezzate di servizi igienici, un numero adeguato di parcheggi, un numero adeguato di ambulatori per la riduzione dei tempi di attesa. Tali requisiti, in parte già insufficienti al Binaghi, mancano totalmente nell’attuale sede dell’ospedale Businco.

Da qui la richiesta di trasferire integralmente il CRSM di nuovo presso l’ospedale Binaghi, potenziando la struttura laddove sussistano ancora importanti carenze (es: aumento del numero degli parcheggi dedicati ai disabili, aumento degli spazi ambulatoriali).

Infine i pazienti sottolineano come l’attuale situazione del CRSM, oltre che ripercuotersi sulla qualità assistenziale dei malati, determini un possibile aumento dei costi sociali in aggiunta alle note difficoltà derivanti dalla pandemia infettiva. Infatti, l’adeguamento personalizzato di terapie basate sulla somministrazione di farmaci molto costosi può risultare vanificato dal ritardo sulle visite e sugli esami di verifica dello stato della malattia, comportando potenziali sprechi di denaro pubblico per l’acquisto di medicinali non più adeguati al piano terapeutico precedentemente assegnato al paziente.

“Lo stato di inguaribilità che caratterizza la sclerosi multipla – concludono Rita Puddu Giovanna Porcu Mara Vacca Silvia Scanu Antonello Scasseddu Katiuscia Pilloni Maria Assunta Cabras e Gianluca Aru – non può in alcun modo e per nessuna ragione compromettere il diritto-dovere di cura in termini di presa in carico della persona in ogni sfera (fisica, psicologica, sociale) al fine di soddisfare l’accudimento utile e necessario che può fare della medicina una buona medicina”.

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