Si terrà venerdì 24 settembre a Cagliari, con partenza dalla Basilica di Bonaria, la manifestazione regionale dei Comitati sardi uniti per la difesa della sanità pubblica.

La rete, nata nel 2015, coordina i numerosi comitati che nel territorio isolano stanno lottando con manifestazioni e proteste per il mantenimento dei presidi ospedalieri e dunque del diritto alla salute dei sardi.

“La mannaia di chi ha governato la Sardegna nelle ultime legislature è stata tale da decretare lo smantellamento di interi ospedali pubblici nei territori disagiati e dei grandi ospedali di Cagliari – spiega la portavoce della Rete Sarda in difesa della Sanità Pubblica Claudia Zuncheddu -. Ma non solo. Il Sistema sanitario è stato falcidiato in tutti i suoi servizi territoriali, dalle Guardie Mediche ai Medici di Base”.

Impegnata su tutti i fronti della Sanità, già prima che l’OMS dichiarasse lo stato di pandemia, la Rete Sarda, esprimeva la sua preoccupazione: “Se il covid dovesse interessare le nostre comunità, il sistema sanitario pubblico sardo, devastato dai tagli, sarebbe in grado di contrastare la nuova emergenza?”

La risposta oggi è sotto gli occhi di tutti – spiega oggi Zuncheddu in un intervento pubblicato su fb – e il dramma va ben oltre i nostri 1500 morti di covid. La catastrofe che la Politica e le televisioni hanno colpevolmente rimosso sono le migliaia e migliaia di malati no-covid che nessuno cura più. Sono i morti per le diagnosi mai arrivate, oppure arrivate troppo tardi. Sono infatti i malati cronici e le persone che hanno avuto la sfortuna di ammalarsi di patologie gravi e letali quanto e più del covid, in tempi in cui si negano le visite specialistiche, Esami, Ecografie, TAC, Mammografie, Risonanze Magnetiche. Per non parlare degli interventi chirurgici rinviati all’infinito”.

Secondo i dati Istat, se in Italia nel 2020 sono morti 25.000 malati no-covid in più rispetto al 2019, in Sardegna i dati sono ancora più drammatici. Basti pensare che già prima del Covid il 14,5% dei sardi non accedeva alle cure, contro il 5,6% dei toscani. Dati oggi incalcolabili.

“Dobbiamo ripartire dai dati sulla mortalità in Sardegna – evidenzia Zuncheddu -. In 304 comuni su 377 le morti superano le nascite. Ma al problema dello spopolamento la politica risponde finanziando la Sanità privata e ribadisco, tagliando i nostri ospedali pubblici, i Servizi territoriali, il personale sanitario, le Guardie Mediche, per non parlare della carenza di circa 150 Medici di Base. È la storia di un Genocidio silente la cui paternità è politica. È degli stessi politici che oggi cavalcano le macerie della Sanità per le proprie campagne elettorali”.

Per questo, la Rete Sarda con i suoi comitati storici, nel rispetto dei principi costruiti in anni di studio e di lotte, “si appella alle comunità e ad ogni singolo cittadino ad unirsi per imporre a chi governa in Sardegna e a Roma, la restituzione dei nostri ospedali pubblici efficienti, la creazione di nuovi modelli assistenziali nei territori e una classe medica sarda ormai in via di estinzione. Non dimentichiamo che la Sanità in Sardegna ce la paghiamo noi con le casse sarde. Al privato non deve andare neppure un euro e alla politica dobbiamo chiedere conti”.

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