AAA cercasi manodopera specializzata. Dai camionisti agli idraulici, dagli elettricisti ai muratori. Di più: cercasi società strutturate, che abbiano in organico le professionalità adeguate, in grado di realizzare i numerosissimi lavori legati alle infrastrutture che nasceranno nel post pandemia, con i soldi del PNRR.

Il problema è serio, e riguarda tanti aspetti del nostro prossimo sviluppo. Il primo è culturale. La scuola dell’obbligo garantisce agli studenti una buona formazione generale di base. Ma lascia scoperte numerose competenze che un tempo venivano imparate “a bottega”. E le aziende cercano figure già formate. Il secondo problema, infatti, è formativo: una preparazione adeguata, all’altezza, è rara: spesso i ragazzi che frequentano le professionali o i corsi sono demotivati, poco consapevoli. Il terzo è di natura imprenditoriale: lavoro agile e immaterialità hanno distratto l’attenzione di imprenditori e dipendenti su professioni più complesse, ma forse ancora indispensabili: quelle legate alle attività materiali, reali e concrete.

Così manca di tutto. Nel settore turismo e ospitalità il problema è trovare personale qualificato, ma anche collaboratori disponibili per lavoro a chiamata o stagionale, scelta obbligata per quei gestori che, soprattutto oggi, non possono garantire un contratto a tempo indeterminato.

Chi cerca impiego, punta il dito sulle buste paga che spesso non corrispondono all’impegno richiesto. Non sempre però è vero. Un settore che cerca dipendenti è quello dei trasporti. Mancano autisti di mezzi pesanti. Sono sempre meno e sempre più avanti con gli anni. Ma non è facile investire sul proprio futuro immaginandosi al volante di un Tir: pesano i costi per il conseguimento delle patenti (anche 5 mila euro) e delle abilitazioni professionali, ma anche normative sempre più rigide e stringenti. Ma i compensi sono gratificanti.

Le imprese delle ristrutturazioni, dall’edilizia all’idraulica, sono pronte ad assumere, ma mancano le figure professionali ricercate. Mancano conduttori di macchinari, agenti di commercio, esperti di dati, periti, ingegneri meccanici, progettisti. L’edilizia non riesce a coprire neanche la metà della domanda di manovali. Così la carenza di addetti in molti settori rema contro una ripresa robusta. Un ostacolo che, insieme al rincaro delle materie prime e alla difficoltà di approvvigionamento, che frena l’ottimismo nel post pandemia.

Soluzioni? La prima, rivedere le politiche della formazione e dell’istruzione. La seconda, garantire un salario minimo. Ma a questo orecchio il Governo Draghi sembra non sentire…

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