Un altro reparto rischia la chiusura per mancanza di specialisti. Si tratta della Radiologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale, ennesima riprova della gravissima carenza di organico degli ospedali della Sardegna. Per correre ai ripari, l’Assl di Sanluri avrebbe attivato una procedura d’emergenza gestita in remoto dall’ospedale SS Trinità di Cagliari, ma – essendo il nosocomio sangavinese un Dea (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione) di I° livello (cioè un pronto soccorso attivo h24) – la mancanza del medico specialista renderebbe totalmente fuori norma anche questa procedura d’emergenza.

La denuncia arriva dal Segretario Provinciale FIALS Sanluri Giampaolo Mascia che, in una nota indirizzata all’assessore alla Sanità Mario Nieddu, al Direttore Generale Marcello Tidore e, a cascata, a tutti i responsabili della sanità competenti per territorio, incluso l’Ordine professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e l’ispettorato del Lavoro, evidenzia la gravissima situazione in cui versa il reparto sangavinese.

In pratica, constatato che durante il turno notturno tra venerdì e sabato e durante il turno diurno di sabato scorso risultava assente la figura del Medico Radiologo, il direttore della Assl di Sanluri Sergio Pili avrebbe inviato una nota per l’“attivazione urgente di procedura di telegestione tra l’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale ed il S.S. Trinità di Cagliari”. La procedura di telegestione – evidenzia Mascia nella nota – farebbe però riferimento agli stabilimenti della ASSL di Oristano (Ospedali di Oristano, Ghilarza e Bosa) e sarebbe resa possibile dal fatto che gli ospedali di Ghilarza e Bosa non sono DEA di I livello e quindi non prevedono obbligatoriamente la presenza del Medico Radiologo nell’arco delle 24h.

Secondo la direzione sanitaria, il protocollo consentirebbe invece l’esecuzione di una lista di esami radiologici in regime di urgenza da parte del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica senza la presenza fisica del Medico Radiologo, e quindi con telerefertazione che avverrebbe al “S.S. Trinità” di Cagliari.

Immediata la denuncia dell’Ordine Professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica di Cagliari e Oristano che ha evidenziato in una nota l’illegittimità della procedura indicata dal direttore sanitario ( “in quanto costruita per strutture sanitarie aventi caratteristiche differenti oltre che redatta senza il coinvolgimento di un professionista TSRM).

Già nel dicembre 2019 – peraltro – i tecnici dell’ospedale di san Gavino erano stati diffidati dall’Ordine Professionale circa l’intenzione di “operare in assenza delle più elementari regole comportamentali previste dalla normativa vigente in materia di radiazioni ionizzanti e di gestione delle pratiche di diagnostica per immagini”, facendo riferimento al D.lgs. 187/2000 e alle Direttive 2013/59/Euratom, ovvero di operare in assenza del Medico Radiologo il quale è l’unico soggetto in grado di determinare la giustificazione della prestazione radiologica.

“Sostanzialmente – evidenzia Mascia – come nel 2019 si sta riconfigurando una condizione di assoluto svantaggio per il tecnico in turno, il quale da un lato è diffidato dall’Ordine Professionale ad eseguire gli esami radiologici richiesti, dall’altro è obbligato attraverso disposizione di servizio dal Direttore sanitario ad effettuarli.

Secondo la FIALS “questa è l’ennesima volta che i vertici aziendali non hanno provveduto per tempo ad organizzare la sicurezza delle cure in radiologia attraverso procedure condivise, consone e valide per la struttura ospedaliera in oggetto (Art. 6, D.lgs. 187/2000) senza peraltro ottemperare minimamente alla considerazione dei rischi CIVILI e PENALI ai quali il dipendente è esposto. Oltretutto, ancora una volta, si ignorano i conseguenti risvolti sulla salute del lavoratore, già da tempo vessato da carichi di lavoro ingestibili, condizioni stressanti e continue carenze di organico, in piena violazione delle norme del D.lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro)”.

Questi episodi – scrive Mascia – sono sintomatici di una malagestio portatati avanti dal Direttore del POU Assl Sanluri il quale in sfregio alle disposizioni di legge ed ai richiami formalmente trasmessi dall’Ordine Professionale TSRM-PSTRP, continua a interpretare la normativa in modo errato, esponendo in tal modo i dipendenti, l’azienda e l’utenza a seri pericoli”. Per questo , la FIALS invita le autorità sanitarie “ad accertare quanto sopraesposto, a provvedere (in presenza di eventuali violazioni della normativa civile e penale) ad una dettagliata valutazione dell’operato della Direzione Sanitaria del P.O. della Assl Sanluri e a porre in essere le necessarie iniziative volte a ripristinare la corretta applicazione delle norme giuridiche vigenti. In assenza di tali urgenti ed inevitabili azioni, la FIALS, ai fini di tutela dei propri iscritti, si riserva di agire nelle modalità più opportune, nessuna esclusa”.

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