Nel 2020 in Italia sono stati registrati ben 465 atti intimidatori, tra minacce e violenze dirette a sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministrazioni regionali e dipendenti della Pubblica amministrazione. È quanto emerge dall’ultimo rapporto “Amministratori sotto tiro” di Avviso Pubblico.

Il nostro Paese conta una media di 9 intimidazioni a settimana e una minaccia ogni 19 ore. La Sardegna si posiziona al quinto posto con 21 casi nello stesso anno.

Nel dettaglio, il 31 gennaio a Burgos, è stata bruciata l’auto del vicesindaco Tonino Nieddu; il 10 febbraio son state squarciate le gomme dell’auto della vicesindaca di Orroli Anna Pitzalis; il 27 febbraio a Villagrande Strisaili è stato minacciato il consigliere comunale Valerio Ecca e il 5 aprile a Cagliari è stato attaccato un agente della municipale. Ancora a Villagrande Strisaili, il 18 giugno son state rivenute delle scritte intimidatorie contro il sindaco Alessio Seoni; il 12 agosto a Sardara è stata distrutta la vigna del vicesindaco Ercole Melis. Dieci giorni dopo, il 24 agosto ad Alghero son stati ritrovati dei post diffamatori sui social contro l’amministrazione comunale e il 29 agosto ad Aritzo scritte minacciose contro il sindaco Gualtiero Mameli. A Jerzu l’11 settembre è stato dato fuoco al furgone del consigliere comunale Fabrizio Contu, due giorni dopo a Bolotana scritte di minacce contro la sindaca Annalisa Motzo. Il 14 settembre, il sindaco Mario Conoci è stato minacciato da un gruppo  di persone ad Alghero, mentre il 23 ottobre a Santa Giusta son state rinvenute scritte contro il primo cittadino Antonello Figus. Negli ultimi mesi dell’anno, il 5 e 23 novembre a Cagliari son state ritrovate delle scritte intimidatorie contro il presidente della Regione l’assessore alla Sanità. Il 12 dicembre a Olbia bossoli contro l’ex consigliere regionale e provinciale Gian Franco Bardanzellu; più a Sud, a Villasimius, il 17 dicembre è stato dato fuoco all’auto della società dell’assessore comunale al Turismo Sergio Ghiani. Due giorni prima di Natale, il 23 dicembre a Lanusei scritte contro il sindaco Davide Burchi e il suo vice Salvatore Zito.

In dieci anni di monitoraggio non si erano mai registrate cifre simili: 89 province coinvolte, con la Campania in prima posizione (per il quarto anno consecutivo) con 85 casi di intimidazione, seguita da Puglia e Sicilia con 55, mentre la Calabria ne registra 38. Nel Nord Italia, è la Lombardia la regione più colpita con 37 atti indimidatori, seguita dal Lazio con 36 casi.

La maggior parte delle minacce e atti violenti si rivolge contro gli amministratori locali (60%) e in particolare i sindaci (63%), seguiti dai consiglieri comunali (23%), assessori (8%) e vicesindaci (5%). In numero minore, ma comunque da non sottovalutare, ci sono le intimidazioni ai presidenti del consiglio comunale o di commissioni insieme ai consiglieri municipali che registrano l’1%.

Per quanto riguarda la Sardegna, dal 2011 al 2020 sono stati ben 368 gli episodi registrati, con la provincia di Nuoro al decimo posto della classifica nazionale con 116 casi. Seguono le province di Cagliari e Sassari (da 70 a 99 in dieci anni), Sud Sardegna (da 40 a 69) e Oristano (da 10 a 39).

Ad essere colpiti, però, non sono soltanto i politici, ma anche il personale della Pubblica amministrazione con il 25% dei casi, seguito dai candidati alle elezioni amministrative (6%), gli amministratori regionali e provinciali (5%) e gli ex amministratori (4%). Tra i presidenti di Regione che hanno ricevuto minacce e intimidazioni c’è anche Christian Solinas, in buona compagnia con Attilio Fontana (Lombardia), Alberto Cirio (Piemonte), Giovanni Toti (Liguria), Luca Zaia (Veneto), Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), Nello Musumeci (Sicilia).

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