Rendere l’estrazione del granito più sostenibile è una sfida importante per i nostri territori. Oltre a generare un imponente quantitativo di rifiuti, la sua produzione connota fortemente le aree attorno alle cave estrattive in termini paesaggistici, sociali ed economici. È quanto succede alle cave di granito di Buddusò, paese in provincia di Sassari teatro del progetto di ricerca Life Regs II, finanziato dalla Comunità Europea e guidato dalla professoressa Carmela Vaccaro del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara.

L’obiettivo di Life Regs II (REcycling of Granite Scraps II) è realizzare una tecnologia innovativa con cui, a partire da sfridi di granito, cioè dagli scarti residui dell’attività estrattiva, si possano produrre minerali fondenti per l’industria ceramica” spiega Vaccaro, e aggiunge “I risultati attesi sono importanti: la rimozione di 47mila tonnellate di sfridi di granito e la rinaturalizzazione di 10 ettari di paesaggio, 200 tonnellate di anidride carbonica non emesse”.

Il progetto si inserisce nei percorsi promossi dall’Unione Europea per il Green Deal per un approvvigionamento più sicuro e sostenibile di minerali industriali e materie prime critiche. “Le competenze che portiamo in dote da Unife sono orientate a rendere vantaggioso e sostenibile per l’industria il recupero degli scarti di graniti. Ad esempio i feldspati alcalini, ingredienti degli impasti ceramici, il quarzo, utilizzato per i pannelli solari, e altri elementi utili contenuti nei minerali accessori che possono acquisire valore a fini estrattivi” aggiungono Federico Spizzo ed Elena Marocchino del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife.

Il progetto prevede anche il recupero del suolo occupato dalle discariche, la riprogettazione del paesaggio e la rinaturalizzazione delle aree recuperate, per destinarle alla valorizzazione del parco archeologico situato in prossimità del polo estrattivo, caratterizzato da siti nuragici e prenuragici. “Cruciale è la creazione di collaborazioni proficue e durature tra scienza, imprese e autorità pubbliche, che possano promuovere l’esportabilità del modello in altri siti italiani ed europei, con l’obiettivo ultimo di creare e valorizzare nuove opportunità per preservare le risorse per le future generazioni” sottolinea la professoressa Vaccaro.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it