Serve subito la convocazione dei rettori, dei presidi di Medicina delle Università di Cagliari e Sassari e dei direttori delle Aou per una discussione approfondita in commissione Sanità sulle facoltà in Sardegna con un focus sul potenziamento delle strutture e delle strumentazioni in dotazione destinate all’insegnamento, oltre all’aumento del numero dei docenti. È quel che chiedono i Progressisti in seguito alla proposta del governatore Solinas di porre fine al numero chiuso per accedere al corso di studi di Medicina e Chirurgia e altre professioni sanitarie.

“L’insegnamento e lo studio della Medicina richiedono un approccio scientifico e non mediatico, proprio a tutela della loro riuscita ottimale che ha come obiettivo la cura delle persone. Sul futuro del sistema sanitario non servono soluzioni facili come la proposta, sic et simpliciter, di abolire il numero chiuso”, sottolinea il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus. “Quanto l’impegno di tutti – prosegue Agus – per migliorare gli standard e il funzionamento delle facoltà: siamo di fronte a una questione di qualità, non solo di quantità. Pensare che si possano raddoppiare i laureati in Medicina senza raddoppiare anche investimenti e docenti è un’utopia buona solo per la propaganda. In primo luogo, serve a esempio capire quali ripercussioni positive abbia avuto l’aumento delle borse di specializzazione decisa all’unanimità dal Consiglio regionale due anni fa”.

“Sulle scuole di specializzazione, poi, è importante risolvere il problema di quelle che sono a rischio chiusura o affidate a convenzioni. E non possiamo nasconderci il fatto che, nell’ultimo anno e a causa della pandemia, gli studenti, gli specializzandi e gli insegnanti siano stati costretti a ridurre all’osso le ore di didattica nei luoghi di cura: serve recuperare quel tempo, per evitare che a un pezzo di carta non corrisponda la qualità necessaria per sostenere il sistema sanitario isolano”, spiega Agus. “Anche in questo caso – conclude -, chiediamo meno annunci e più fatti. Siamo disponibili a un ragionamento approfondito, basato su dati certi che solo chi ogni giorno vive le facoltà di Medicina e le scuole di specializzazione può indirizzare. Quello che non serve, di sicuro, sono le soluzioni facili e gli annunci buoni per i riflettori”.

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