Si sa, da anni il fantacalcio è uno dei giochi più giocati in Italia. Consiste nel crearsi, tramite un’asta o una lista di giocatori, la propria squadra il cui andamento sarà influenzato dalle prestazioni degli atleti (reali) della Serie A che il fantallenatore andrà a schierare nella sua formazione settimana per settimana, ottenendo bonus e malus che, sommati ai voti delle testate giornalistiche, decideranno la vittoria o la sconfitta della squadra. Anche in Sardegna sono tantissimi gli appassionati giocatori di tutte le fasce d’età che seguono assiduamente il calcio grazie al gioco del momento.

L’inventore del fantacalcio fu il giornalista Riccardo Albini che nel 1990, ispirandosi ad un gioco americano, lo pubblicò per la prima volta tramite le Edizioni Studio Vit. Nel ’94, la Gazzetta dello Sport iniziò ad ospitare il gioco fornendo ai fantallenatori le votazioni dei giocatori di Serie A, utili per il calcolo delle partite, avendo così un gran successo editoriale.

In Italia ormai è un fenomeno di massa, si stima infatti un numero di fantallenatori pari a 6 milioni (il 12% della popolazione italiana!) il che rende il fantacalcio il vero gioco degli appassionati calcistici, più del calcio che conta “solo” 4 milioni di giocatori.

In Sardegna i numeri non sono da meno, abbiamo perciò deciso di intervistare alcune persone per sapere cosa rappresenta per loro il fantacalcio.

Marco e Fabrizio sono due studenti di Cagliari, due amici e due fantallenatori. Giocano da ormai 8 anni e ogni anno che passa sono sempre più appassionati.

“Credo che sia più di un semplice gioco – dice Marco – è un modo di socializzare. Si ride, si scherza, ci si prende in giro e ci si arrabbia, è il nostro modo di stare insieme. Anche con chi dei nostri amici, per motivi di studio o di lavoro, è fuori dalla Sardegna”. Anche Fabrizio la pensa così e aggiunge che è un modo di godersi il calcio: “tifo Cagliari e sono molto deluso dalle prestazioni dei miei giocatori, però al fantacalcio riescono ancora a darmi qualche soddisfazione – sorride, ndr – ho Joao Pedro”.

Alla domanda su quale sia, per loro, il giorno più bello dell’anno rispondono all’unisono: “Il giorno dell’asta del fanta! I giorni prima l’attesa si fa sempre più intensa e viene accompagnata dall’ansia di non riuscire a creare la squadra che vorresti… Poi arriva il giorno, sei chiuso con i tuoi amici per un sacco di tempo facendo una cosa che vi accomuna e vi appassiona e, dopo ore, torni a casa in piena notte guardando la squadra che ti accompagnerà da quel momento sino alla fine del campionato per ogni weekend. È impagabile”.

Giorgio è il proprietario di un locale, sempre a Cagliari, 45 anni e fantallenatore da 25. “Ho visto nascere il fantacalcio e ho provato l’emozione di avere giocatori come Batistuta e Suazo in squadra, sono cose che non ti scordi. Non ho mai saltato una stagione e lo faccio con gli stessi amici di sempre, ci tiene uniti”.

Per i veri appassionati del gioco e i fantallenatori di vecchia data, il calcolo manuale, aspettare il lunedì per prendere il giornale e sperare di aver vinto la partita è un ricordo quasi emozionante, ma come per ogni cosa i tempi cambiano. Anzi, si evolvono. Oggi, infatti, il fantacalcio è un fenomeno che si svolge prevalentemente sul web: ci sono tantissimi siti e piattaforme, redazioni online e applicazioni, che premettono di giocare, restare aggiornati sui propri giocatori ed ottenere consigli per riuscire ad andare sempre meglio nella propria lega con amici o nelle leghe pubbliche con premi in palio. Insomma, si può quasi dire che non sia più un gioco ma uno stile di vita. La necessità di restare sempre aggiornati, il campionato “spezzatino” che spalma le partite della Serie A in 3 o 4 giorni a settimana, i turni infrasettimanali e le coppe europee, fanno sì che i fantallenatori e gli appassionati restino sempre connessi sulle proprie piattaforme di fiducia per non perdersi nessuna notizia.

Questo enorme traffico porta alla produzione di circa 16 milioni di fantasquadre e, secondo conti informali, il settore ha un valore di 12 milioni di fatturato diretto a stagione. Inoltre, al momento si contano oltre 15 piattaforme offerte tra gli altri da Rcs, Sky, Tim o editori puri come Fantagazzetta.

Quest’ultimo è un lampante esempio di quanto il fenomeno del fantacalcio abbia avuto un impatto enorme anche su mondo del lavoro: da piccolo editore, Fantagazzetta si è ritrovato ad essere acquisito dalla Quadronica srl all’inizio della stagione calcistica 2017/2018. La cosa curiosa? La società napoletana, nel giro di un paio d’anni dopo l’acquisizione dell’editoriale (diventato poi Fantacalcio.it), ha aumentato il proprio fatturato del 41,31%, ottenendo accordi con un colosso come Sky, che ha dedicato dei programmi nella sua sezione “sport” proprio al fantacalcio, e diventando il Fantasy Game ufficiale della Serie A Tim. Mica male!

Dunque, nel giro di trent’anni questo gioco è entrato nelle case della maggior parte degli italiani, uomini per la maggior parte ma anche molte donne appassionate. Adulti e adolescenti appassionati di calcio sono uniti dal fantacalcio, un fenomeno che da anni e anni vede i suoi numeri crescere ed espandersi sia in termini economici, sia in termini di passione e partecipazione che lo rendono a tutti gli effetti il gioco più bello d’Italia.

Michele Zorco

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