Nella mattinata di ieri è stata presentata a Cagliari la decima edizione del festival Pazza Idea: un ricco programma di appuntamenti si snoderà dal 26 al 28 novembre nella storica sede del Centro d’arte e cultura Il Ghetto, nel cuore della città. La preziosa opportunità di realizzare un festival “in presenza” è l’occasione per sviluppare il tema portante di questa edizione: uno sguardo “altro” sul presente e le sue complessità, sulle esperienze sulle trasformazioni individuali e collettive che il nostro tempo ci richiede.

Pazza Idea propone un percorso letterario – e non solo – attraverso incontri, laboratori applicativi, reading, panel, proiezioni, lectio magistralis che coinvolgono scrittrici e scrittori, filosofe, esperti di economia e società, musicisti, registi, giornalisti, creativi, esperti di cultura digitale, in un approfondimento culturale e creativo che suggerisca gli strumenti necessari per il quotidiano e punti di vista alternativi.

Tra gli ospiti presenti quest’anno ci saranno gli scrittori olandesi Michel Faber (sabato 27, alle 17), con il suo nuovo romanzo dickensiano “D. Una storia di due mondi” (La nave di Teseo), e Jan Brokken (domenica 28, alle 19), che presenterà il libro “L’anima delle città” (Iperborea), dove racconta anche la Cagliari della celebre botanica Eva Mameli Calvino. Dalla Spagna arriva, invece, una storia d’amore forte e inarrestabile e allo stesso tempo profondamente calata nel presente della pandemia mondiale che ha modificato le nostre vite: Manuel Vilas nel suo ultimo libro “I baci” (Guanda) prosegue il suo percorso di indagine sulle relazioni che è anche una dichiarazione d’amore per la vita (domenica 28, alle 17).

La poetessa e scrittrice Maria Grazia Calandrone sarà invece protagonista di un incontro letterario e performativo che abbraccia l’arte, la poesia e la musica come già accaduto in passato con autrici come Patrizia Cavalli e Patrizia Valduga (venerdì 26, alle 17), con letture di Marta Proietti Orzella e la performance di danza di Donatella Martina Cabras.

Il paesaggio interiore che si fa tema universale è quello raccontato con rara sensibilità dallo psichiatra Paolo Milone (venerdì 26, alle 18), come raccontato nel suo ultimo libro “L’arte di legare le persone” (Einaudi). La salute mentale è senza dubbio uno “sguardo altro” sulla realtà, che va indagata per coglierne, almeno in parte, la complessità. Un libro unico nel suo genere, una sorta di “Spoon river” vitalissimo e tragico, che illumina una delle zone più controverse della nostra Storia collettiva.

Nuove voci si sono affermate in questi ultimi anni nel nostro panorama editoriale, raccontando una realtà che va oltre l’immagine binaria e stereotipata di certe narrazioni: tra questi, Alessio Forgione con “Il nostro meglio” (La nave di Teseo) e Tommaso Giagni con “I tuoni” (Ponte alle Grazie). Con loro avremo l’occasione di approfondire i temi della periferia e delle scelte, delle opportunità e dei tracciati di vita e del destino, in due romanzi di grande maturità e forza rappresentativa (sabato 27, alle 18).

Le relazioni sono da sempre un territorio privilegiato nella costruzione del programma del festival. In questa edizione racconteremo le loro forme e la loro importanza grazie a un parterre di importanti autrici e testimonianze (domenica 28, alle 18): Gabriella Nobile con il libro “Coprimi le spalle” (Chiarelettere) e Nadeesha Uyangoda con “L’unica persona nera nella stanza” (ed. 66thand2nd), sul tema del razzismo e del privilegio bianco cominciano a smuovere le coscienze e le sensibilità di molti, e l’attenzione alle giovani generazioni e al loro futuro ne è parte integrante.

E alle giovani generazioni guarda anche il primo libro per ragazzi di Paolo Di Paolo, “I desideri fanno rumore” (Giunti), concepito e scritto durante il periodo di lockdown, pensando proprio ai ragazzi e alle loro fragilità (sabato 27, ore 12).

“Sguardo Altro” vuol dire anche andare oltre le dinamiche della velocità e della superficialità della comunicazione di uso e consumo troppo immediate e “facili”, che in qualche modo hanno creato un clima di sfiducia e di difficoltà nelle informazioni che a tratti pare insormontabile. Il complottismo, la “malattia di un mondo disincantato” che non crede ad altri che a se stesso, ne è parte e forse origine. Di questo parleremo con la filosofa Donatella Di Cesare (sabato 27, alle 19), a partire dal suo nuovo lavoro “Il complotto al potere” (Einaudi), con una lectio magistralis sull’argomento.

Un incontro dedicato (sabato 27 alle 20), che sposa la prospettiva femminile e femminista agli sviluppi del linguaggio, è quello con la scrittrice e attivista Giulia Blasi e il suo ultimo “Brutta. Storia di un corpo come tanti” (Rizzoli) e la sociolinguista Vera Gheno con “Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole” (Einaudi): due donne, due libri e tanti argomenti che ruotano intorno alla rappresentazione di sé, la comunicazione e gli stereotipi, le modalità più feconde e adeguate per parlarsi e connettersi. Le intervisterà la sociologa e prorettrice per l’uguaglianza di genere dell’Università di Cagliari Ester Cois.

L’appuntamento con la contemporaneità (domenica 28, alle 11) può avere un approccio insieme filosofico e concreto: ne parleranno Ilaria Gaspari a partire dal suo “Vita segreta delle emozioni” (Einaudi) e Jolanda Di Virgilio con “Non è questo che sognavo da bambina” (Garzanti), in una conversazione incentrata sulla felicità e gli equilibri di una generazione in bilico tra precariato e adattamento, con il direttore de Il Libraio.it Antonio Prudenzano.

E se il mondo è diventato più grande e complesso, allora la comunicazione, che ne è parte integrante, deve stare al passo. Come ogni anno dedichiamo uno spazio speciale a questo tema, col ritorno al festival (sabato 27, alle 16) della creativa Annamaria Testa con il suo nuovo libro “Le vie del senso” (Garzanti).

La creatività è anche al centro di “Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare” (Bompiani), il nuovo libro dell’enigmista, giornalista e scrittore italiano Stefano Bartezzaghi, che in una lectio magistralis (venerdì 26, alle 20) ci racconterà i misteri di una parola tanto espressiva quanto, forse, abusata.

Nel festival della contemporaneità non possono mancare l’attualità e gli approfondimenti sul presente. La giornalista Tiziana Ferrario (venerdì 26, alle 19), già inviata di guerra a Kabul, racconta nel suo “La principessa afghana e il giardino delle giovani ribelli” (Chiarelettere) l’eroica resistenza delle donne afghane, una generazione che non si rassegna e resiste, anche se la loro vita è diventata impossibile. Paolo Berizzi, inviato speciale di Repubblica, porterà invece al festival il suo ultimo lavoro sull’estrema destra neofascista, “È gradita la camicia nera” (Rizzoli), un percorso di osservazione e cronaca su uno dei temi più urgenti degli ultimi anni; intervistato dal giornalista Walter Falgio, presidente dell’Istituto sardo per l’Antifascismo (domenica 28, alle 20).

La domenica di Pazza Idea è anche dedicata all’indagine del presente e ai futuri possibili. In questo contesto si inserisce il dialogo (domenica 28, alle 16) tra Fabio Viola, considerato uno dei più influenti gamification designer al mondo e la cultural strategist Noemi Satta. L’intersezione tra gaming e vita reale è una modalità vincente per la promozione delle cultura? Incontro curato da Imago Mundi OdV realizzato grazie al contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura e grazie al contributo della RAS LR n.14/200

Particolare spazio alla musica “altra” in questa edizione di Pazza Idea con due appuntamenti molto speciali: uno con Mauro Ermanno Giovanardi, i suoi musicisti e un lavoro speciale sulla poesia contemporanea in chiusura sabato sera alle 21. E l’altro con Omar Pedrini, a partire dal suo ultimo libro “Dentro un viaggio senza vento” (ed. Il Castello) e in scena con il suo gruppo, per la chiusura domenicale del festival alle 21. Il cantautorato italiano e il rock come modalità interpretative e stilistiche in una contaminazione fra letteratura e musica che va oltre il mainstream, nell’appuntamento imperdibile per ogni appassionato di letteratura con La Fondazione Pavese, con il direttore Pierluigi Vaccaneo.

È focalizzato sulle “voci altre” dal mondo un appuntamento molto atteso della domenica (alle 12): il reading poetico musicale con attrici, attori, musiciste/i, curato dal giornalista e scrittore Yari Selvetella per il festival. Still Poetry, una lettura di poeti e poetesse dal mondo, con accompagnamento musicale e installazioni video che porterà le parole possibili negli spazi del Ghetto. Poesie di epoche trascorse, di paesi remoti. Così scopriamo nuove terre, conosciamo migranti e viaggiatori, osservatori e pensatori, donne e uomini che hanno affidato alle parole la velleità o la certezza di una permanenza. Letture da Baldini, Cvetaeva, De Vita, Emre, Esenin, Heine, Isaka, Ishimure, Hikmet, Kavafis, Loi, Nordbrandt, Qabbani, Parra, Pessoa, Ritsos, Rumi, Saba, Satta, Sengor, Shelley, Szymborwska, Tagore, Yang Wanli. Le letture sono a cura di Lia Careddu, Maria Loi, Felice Montervino e Fausto Siddi, e le musiche di Safir Nou.

Una delle caratteristiche del festival Pazza Idea è anche quella di offrire preziose opportunità di formazione e approfondimento con i suoi workshop, che aprono come da consuetudine le giornate di lavoro di venerdì e sabato. Tutti gratuiti su prenotazione, saranno fruibili tramite iscrizione scrivendo alla mail workshop.pazzaidea@gmail.com: quest’anno, come sempre, grande attenzione ai temi della cultura digitale e della creatività come strumento di lavoro. In programma per venerdì gli incontri con la scrittrice e giornalista Jolanda Di Virgilio (alle 10,30), sullo storytelling digitale con il Progetto Hangar (alle 11), progetto di supporto gratuito per le realtà culturali che lavorano sui territori per tecnologie. Sarà in modalità online, invece, il workshop della sociologa e ricercatrice Lavinia Bianchi sulla poetica culturale e comunicativa di Frida Kahlo.

La seconda mattinata, sabato 27, è all’insegna di letteratura e social media, mondi che si incrociano grazie al contributo della sociolinguista e scrittrice Vera Gheno e il suo focus su linguaggio e modalità del dibattito pubblico e comunicazione web (alle 10), della filosofa e scrittrice Ilaria Gaspari (alle 10,30) sui desideri e la ricerca della felicità, e quello di Antonio Prudenzano, direttore de ilLibraio.it (alle 11) sulla comunicazione della cultura e dei libri dopo la pandemia.

Sempre alle 11, ma in modalità online, il workshop dell’esperta digitale Mafe De Baggis: “Non aspettate di essere pronti” è una esortazione e molti consigli per trovare la propria opportunità in Rete.

Durante il festival (venerdì 26 alle 21), verrà anche proiettato in chiusura di serata il documentario Never sorry, l’esordio cinematografico di Alison Klayman, che ricostruisce la carriera artistica di Ai Weiwei, il noto artista e attivista politico simbolo del dissenso nei confronti del governo cinese.

Il Centro d’arte e cultura Il Ghetto sarà abitato anche dal racconto dei 10 anni di Pazza idea, con un’installazione visuale a cura di Luca Spano. Fotografo, ma non solo, si definisce artista multidisciplinare: la sua pratica si muove tra opere basate sull’immagine, le installazioni e le sculture.

Il Festival Pazza Idea è organizzato dall’Associazione Luna Scarlatta con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, e Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio), del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura e Spettacolo) e della Fondazione di Sardegna. In collaborazione con la Scuola Holden, la Fondazione Cesare Pavese, il Consorzio Camù, CTM Spa.

Il patrocinio è dell’Università di Cagliari e in collaborazione con corso di laurea in Scienze della comunicazione si avvarrà della collaborazione di un “social media team” organizzato ad hoc per seguire la kermesse sulle piattaforme social e allo stesso tempo offrire una preziosa opportunità di formazione a affiancamento alle studentesse e agli studenti dell’ateneo cagliaritano.

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