“Salvini comanda, Solinas ubbidisce. Solo quattro parole per senso alle dichiarazioni del Presidente in merito all’abolizione del reddito di cittadinanza. Il Presidente della Regione si unisce al coro dei Governatori leghisti e chiede a gran voce la cancellazione del reddito di cittadinanza che lo Stato, con propri fondi, assicura alle famiglie in condizione di estrema povertà”. Sono queste le parole della consigliera regionale del PD Rossella Pinna, che attacca duramente la posizione del governatore sardo.

La consigliera dem presenta, numeri alla mano, la situazione in Sardegna per ciò che riguarda la misura di sostegno alle famiglie più in difficoltà fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle e introdotta col primo Governo Conte. “Per capire la gravità delle sue parole – spiega Pinna – occorre dare uno sguardo ai numeri in Sardegna. Da gennaio a settembre 2021 circa 62.801 nuclei familiari hanno percepito il sostegno statale con il reddito di cittadinanza per un importo medio di 516 euro. Le persone coinvolte sono complessivamente 123.615 tra cui anche molti i minori. Ed è l’ultimo Rapporto Caritas a segnalare che tra il 2019 e il 2020 vi è stato un incremento del 47,3 % di persone che si sono rivolte ai centri Caritas della Sardegna. Sono per lo più cittadini italiani (71,5%), soprattutto persone sposate e per la maggioranza donne. Che in Sardegna ci sia un’emergenza povertà, dunque, è fuor di dubbio”.

“Il reddito di cittadinanza – prosegue la consigliera dem -, o strumenti similari, esistono in tutta Europa e molti cittadini sardi, emigrati con scarsa fortuna, ne hanno usufruito e tanti hanno potuto, grazie al sussidio, cercare e trovare una occupazione stabile”.

“Certo – continua la consigliera dem – che è davvero singolare che il 22 giugno 2021 con una delibera della giunta, la n. 23/26 che contiene una ragionevole  proposta, l’assessore  regionale alla sanità, dott. Nieddu, sceglie di ampliare la platea degli aventi diritto al Reis (strumento regionale voluto dal consiglio precedente e analogo al reddito di cittadinanza statale) perché la pandemia ha ‘prodotto un notevole peggioramento delle condizioni dei nuclei familiari sotto il profilo sociale, il lavoro, l’educazione, la formazione la cultura oltre ad aver determinato difficoltà legate all’accesso ai servizi sanitari e sociali scolastiche e relazionali’ “.

Secondo Pinna, “il redditto di cittadinanza è una misura perfettibile ma certamente non da cancellare e, soprattutto, deve essere destinata a chi ne ha diritto, per cui ben vengano i controlli. Ma vorrei capire questi ripensamenti a comando dato che l’allora senatore Solinas il reddito di cittadinanza lo ha di sicuro votato dai banchi della Lega al Senato”.

“Da destra è tutto uno strepitar di grida e proteste – attacca Pinna – a fronte di irregolarità che, seppure gravi, riguardano, per la Sardegna, sempre solo l’1.74% dei percettori e non tutti i beneficiari. Mi invece spudorata indifferenza per i 170 miliardi di evasione fiscale annuale, per gli 800 milioni di euro truffati dalle imprese con il super bonus 110%. Sicuri che siano i poveri e il Reddito di Cittadinanza il vero problema?”

“E infine, per chiudere la questione, due domande al Presidente Solinas: se la volontà è quella di aumentare la platea dei beneficiari del Reis (reddito di inclusione che grava sui fondi regionali) perché rinunciare nel contempo ai contributi erogati dallo Stato con propri fondi e per la stessa finalità. Ci spieghi Presidente: perché il Reis sì e il reddito di cittadinanza no?”

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