Chiara Ferragni non è una sorta di Madonna di Pompei che si può portare da un museo all’altro per fare da testimonial all’istituzione culturale. Sarebbe deprimente per lo stesso museo”. Patrizia Asproni, nuorese, presidente della Fondazione Museo Marino Marini di Firenze, boccia categoricamente sulle pagine della Nuova Sardegna l’idea di Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, di chiamare Chiara Ferragni come testimonial dei Giganti di Cabras.

La manager, sulle pagine del quotidiano sassarese, spiega che la regina delle influencer era andata agli Uffizi per fare un servizio di moda e non perché qualcuno l’avesse chiamata come testimonial. “Gli Uffizi, che sono il museo più importante d’Italia, hanno usato la presenza della Ferragni per attrarre un target che solitamente non va in un museo d’arte antica – ha spiegato -. La Ferragni fu paragonata alla Venere di Botticelli e si creò un dibattito. Cosa che è sempre funzionale, purché se ne parli. Ma invocare la Ferragni come una taumaturga che risolve i problemi della comunicazione mi sembra un misunderstanding. Un fraintendimento”.

Dalla Asprini arriva un suggerimento al presidente della Fondazione. Se proprio si dovessero immaginare dei testimonial per Mont’e Prama perché non pensare agli eroi sardi delle Olimpiadi di Tokyo?

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