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Si è svolto questa mattina a Roma l’incontro tra liquidatori di Airitaly, il ministero del Lavoro, le Regioni Lombardia e Sardegna e i sindacati sulla vertenza dei 1320 dipendenti dell’ormai ex compagnia aerea. Pur ribadendo l’indisponibilità dell’azienda a prorogare la cassa integrazione dei lavoratori, i liquidatori si sono impegnati a non assumere  iniziative fino al prossimo 9 dicembre, quando – alla scadenza dei 75 giorni dall’avvio della procedura – ci sarà un altro incontro. Entro quella data si spera che il Parlamento riesca ad approvare una norma – contenuta tra gli emendamenti alla Legge di bilancio – che uniforma la posizione dei lavoratori di Airitaly a quelli di Alitalia, la cui cigs scadrà il 31 dicembre 2022, senza ulteriori costi per l’azienda.

“L’ennesima fumata nera”, ha commentato la segretaria territoriale Uiltrasporti del Nord Sardegna, Elisabetta Manca. “È assolutamente necessario che Airitaly conceda un’estensione della procedura di mobilità al 31 dicembre, in concomitanza con la scadenza dell’attuale ammortizzatore sociale – afferma Manca -. Questo tempo ci consentirebbe di valutare tutte le ipotesi al vaglio del Parlamento, in primis l’emendamento dell’art 10 della legge di bilancio, di cui partirà la discussione proprio in questi giorni. È necessario che l’azienda si assuma le proprie responsabilità e accolga le richieste arrivate in maniera unitaria da ministero del Lavoro, Regioni e organizzazioni sindacali. Non accetteremo mai che 1400 lavoratori restino senza lavoro e senza un sostegno a causa delle scellerate scelte aziendali”. “Deve essere percorsa ogni strada e cercata ogni soluzione per evitare il licenziamento di 1320 lavoratori  – ha aggiunto il segretario generale di Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu – al momento l’unica via d’uscita è la cassa integrazione sino al 31 dicembre 2022”.

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