Manifesti novax affissi tempo fa a Cagliari

“Siamo stanchi di menzogne, incoerenza, disinformazione, informazione a senso unico, del soffocamento di un serio e aperto confronto tra scienziati ed esperti, di campagne discriminatorie e d’odio, che hanno l’effetto di fare a brandelli il nostro tessuto sociale, di emergenze inesistenti o evitabilissime, di diritti calpestati, di cure negate e di cure imposte, di libertà cancellate, di valori umani soffocati nell’acido dei valori del mercato”.

Si conclude così una lunga lettera aperta che un gruppo di 73 cittadini oristanesi ha inviato al Sindaco di Oristano, al Presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano, ai Dirigenti scolastici di Oristano, ai Medici della provincia di Oristano, ai farmacisti di Oristano, ai Parroci e agli organi di informazione.

“Vi chiediamo con forza di non essere complici di questo scempio della democrazia, del sano convivere civile, del buon senso, della semplice logica – scrivono -. Fatelo secondo i modi che riterrete più opportuni, ma fatelo. La Verità prima o poi troverà la via per affermarsi e quando il castello di menzogne costruito dal governo crollerà non sarà salutare esserci sotto. Sempre più Italiani cominceranno a sospettare che qualcosa non va nelle soluzioni dei nostri governanti, e che i responsabili della catastrofe sanitaria, politica, civile e morale del nostro Paese non siano da ricercare in chi sceglie liberamente e legittimamente di non sottomettersi a una “cura” preventiva obbligatoria, ma in chi vorrebbe imporgliela e nel contempo non si impegna a trovare soluzioni efficaci che risolvano il problema sanitario che non facciano a brandelli la democrazia costituzionale”, scrive il gruppo di cittadini, tra cui insegnanti, medici, avvocati, agricoltori, casalinghe, pensionati e disoccupati, inviando anche un “piccolo dossier sui vaccini contro il covid-19”.

La lettera e il dossier – spiegano i cittadini oristanesi – “tende a dimostrare che: 1. Questi vaccini non sono vaccini ma terapie geniche sperimentali; 2. Queste terapie geniche sperimentali sono state approvate in maniera frettolosa e raffazzonata; 3. Queste terapie geniche sperimentali non bloccano la diffusione del contagio, dal momento che la loro efficacia nel bloccare la diffusione del virus cala velocemente nel tempo; 4. Queste terapie geniche sperimentali sono pericolose e hanno troppi effetti collaterali anche fatali. Su queste terapie geniche sperimentali il governo italiano e tutti i governi occidentali hanno sin da subito basato la loro strategia contro il nuovo virus. Anche quando erano di là da venire, le hanno attese imponendo alle popolazioni limitazioni delle loro libertà e dei loro diritti che non hanno precedenti nella storia delle democrazie del dopoguerra, negando legittimità alle semplici cure che sin dalla primavera del 2020 isolati ed eroici medici hanno applicato sul campo secondo scienza e coscienza, senza aspettare protocolli di cura che non sono peraltro mai giunti, pervertendo la scienza e trasformandola in una sorta di religione con i suoi dogmi indiscutibili, demonizzando le voci anche di illustri scienziati che indicavano i pericoli e le incongruenze delle scelte fatte dai governi. Oggi, quella scelta manifesta tutto il suo tragico fallimento. Nel tentativo di evitare l’assunzione della responsabilità di tale fallimento e dei suoi esiti tragici in termini di morti evitabili e di diritti e libertà calpestate, il nostro governo tenta di scaricare le sue responsabilità sugli Italiani che, in tutta legittimità, hanno scelto di non sottoporsi a una cura preventiva fondata su un farmaco basato su una tecnologia genica sperimentata e autorizzata in modo frettoloso. Secondo il governo, l’ennesimo innalzarsi della curva dei contagi non sarebbe colpa di un “vaccino” che non funziona come tale perché non è un vaccino, ma di un 15% di adulti Italiani che ha scelto legittimamente di non assumere un farmaco, per di più sperimentale, prima di averne necessità. La sfrontatezza di questa posizione arriva al punto tale da dimenticare che al fine di evitare la partecipazione di questo 15% alla diffusione dei contagi, il governo li ha costretti a effettuare un tampone a loro spese ogni 48 ore per acquisire il diritto di lavorare. E questo è il secondo grande fallimento del governo. Il cosiddetto Green Pass è stato giustificato dall’esigenza sanitaria di limitare i contagi, ma come ci si poteva facilmente attendere, se solo si fosse data un’occhiata all’esperienza israeliana e britannica, per citarne solo due, dal punto di vista sanitario tale strumento discriminante si è dimostrato inutile, se non dannoso. È infine notizia di questi ultimi giorni la decisione di estendere l’obbligo di sottoporsi a questo farmaco genico sperimentale a tutto il personale scolastico (tranne i professori universitari, secondo una logica sanitaria ineccepibile che tutti possono comprendere), al comparto della difesa, della sicurezza, del soccorso pubblico e della polizia locale. Insomma, nel classico modo a cui ormai da sin troppo tempo siamo abituati e purtroppo assuefatti, il governo dispone più Green Pass e più “vaccino”, ovvero più di ciò che ha ormai rivelato tutto il suo carattere fallimentare. Noi pensiamo che possa bastare”.

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