L’aumento esponenziale dei casi di Covid delle ultime settimane in Sardegna ha messo alla prova il sistema ospedaliero regionale. “Una task force operativa di professionisti addetti all’esecuzione dei tamponi che non si fermano neanche di domenica. In prima mattinata ci sono già decine di autovetture con a bordo gli operatori per rientrare lunedì a lavoro con la certezza di essere negativi al Covid”, ha dichiarato l’Arnas Brotzu.

Il centro ospedaliero di Cagliari, infatti, ha già registrato diversi casi di positività tra gli operatori sanitari. Il punto è che “l’enorme quantità dei tamponi da processare quotidianamente, oltre a mettere in affanno gli operatori del laboratorio analisi, rallenta l’esito diagnostico, tanto che ai dipendenti in certe circostanze  sono arrivati gli esiti il giorno dopo”, spiega Gianfranco Angioni dell’Usb Sanità. A ciò si aggiunge il fatto che agli stessi operatori “non viene concesso, così come da normativa contrattuale, un permesso retribuito specifico per questo tipo di sorveglianza sanitaria”.

La sigla sindacale sottolinea di aver più volte sollecitato “una predisposizione di un permesso retribuito in forma straordinaria da imputare al bilancio aziendale”, che sarebbe in fase di valutazione da parte dell’azienda ospedaliera. “Riteniamo inopportuno che gli operatori siano operativi senza essere certi di essere negativi al Covid”, prosegue Angioni.

Allo stesso tempo, la nuova direttrice generale Agnese Foddis, come afferma il sindacalista di Usb Sanità, durante l’incontro del 7 gennaio scorso “si è dimostrata attenta e sensibile alle numerose problematiche portate alla sua all’attenzione e disponibile a ricercare soluzioni nell’immediato”.

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