Il fenomeno dell’abbandono scolastico colpisce soprattutto i ragazzi della, Sardegna. È un triste e drammatico primato quello dell’Isola: siamo i primi in Italia.

In media, nello Stivale, poco meno di quindici giovani su cento, tra i diciotto e i ventiquattro anni, hanno abbandonato gli studi prima di arrivare al diploma o a una qualifica professionale di almeno due anni.

In tre regioni meridionali, Sardegna, Sicilia e Calabria, la percentuale supera il 20%. Nella terra di Gramsci abbiamo il numero folle di 23 su cento. In Campania e Puglia oscilla tra il 18 e il 19 per cento.

Il dato è ancora più preoccupante in virtù di un altro fatto. In alcune aree dell’Isola cresce la percentuale dei lettori che prendono in prestito libri in biblioteca. Questo vuol dire che la Sardegna è divisa in due: c’è un’isola che studia e che legge, e un’altra che chiude presto le porte a libri e scuola.

Se non si arriva a capire che la scuola è l’unico vero ascensore sociale democratico, non solo si vanificherà lo sforzo di quella generazione che ha conquistato il diritto allo studio: ma si annienterà, nei fatti, il futuro.

Che fare?

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