La carenza generale di una sanità territoriale ben organizzata sta di fatto riducendo la qualità dell’assistenza nei territori periferici che da tempo stanno già pagando un prezzo molto alto in termini di depotenziamento dei servizi, il caso di Teulada, uno dei tanti dove il medico di famiglia è ormai assente perché andato in pensione e il poliambulatorio accoglie all’interno massimo sei pazienti e gli altri costretti ad aspettare fuori sotto un gazebo.

“Il medico di famiglia è chiamato così proprio perché è il medico di fiducia scelto dal cittadino, è il primo riferimento quando un cittadino ha problemi di salute, e proprio per questo ha un ruolo privilegiato all’interno della comunità, perché conosce la storia clinica e personale del paziente, proprio per questo si può considerare un patrimonio per la comunità, soprattutto sociale, perché svolge un servizio socio sanitario in grado di dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini che ripongono in lui la propria fiducia quotidianamente confermata grazie alla professionalità e al grande rapporto umano che si instaura tra medico e paziente”. Lo afferma Piero Comandini, esponente del Partito Democratico in Consiglio regionale, primo firmatario di una interrogazione rivolta all’assessore alla Sanità in merito all’assenza del medico di famiglia.

“A Teulada – spiega l’esponente dem – piccolo centro della subregione del Sulcis Iglesiente, circa 1500 pazienti sono rimasti senza medico di famiglia. Qui in un paese prevalentemente di persone anziane e quindi proprio per questo ancora più fragili sia dal punto di vista sanitario che psicologico, la sanità dovrebbe essere più che mai attenta ed efficiente, e invece non solo si ritrovano senza medico di famiglia ma spesso sono costretti ad arrivare fino a Cagliari per una visita specialistica e spesso a pagamento proprio perché, essendo assente il medico di base, non è possibile avere la prescrizione. L’unica consolazione è l’impegno e l’umanità dei medici della guardia medica che spesso, per cercare di sopperire a questo disagio, prolungano il proprio turno di guardia”.

“Oggi più che mai – aggiunge Comandini -, in tempo di pandemia, garantire l’assistenza socio sanitaria in zone dove gli spostamenti risultano difficili è ancora più importante, anche perché tutelare la salute dei cittadini è una delle attività fondamentali essendo un servizio pubblico al servizio della collettività, per cui deve avere una distribuzione omogenea e ben organizzata su tutto il territorio regionale, garantendo accessibilità a tutti e in qualsiasi momento”.

“Ferme restando – continua il consigliere regionale -, le esigenze organizzative necessarie alla sostituzione del medico di base, è fuor di dubbio che tale situazione non può costituire elemento limitante del diritto alla salute, il servizio sanitario tramite le strutture sanitarie e il medico di famiglia, deve garantire, essendo un servizio pubblico, continuità e accessibilità e un servizio idoneo a tutelare la salute dei cittadini tutti, il mal funzionamento dei propri presidi sanitari da parte della regione è indubbiamente una negazione del diritto fondamentale alla salute”.

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