“Ridatemi almeno l’autista e la colf”. È un appello disperato quello lanciato dall’oligarca russo Petr Aven, colpito dalle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia e di tutti coloro che fanno parte della cerchia ristretta di Vladimir Putin.
Nell’ultimo mese, infatti, Aven si è visto conti bancari congelati, yacht e jet sequestrati così come le ville e gli appartamenti di lusso. Tra questi c’è anche la dimora del valore di 4milioni di euro a Porto Rafael, in Costa Smeralda.
È stato proprio il magnate russo, ex ministro per le relazioni economiche con l’estero del governo Eltsin e noto uomo d’affari, a raccontare al quotidiano britannico Financial Times la sua nuova vita, priva degli agi che si è costruito nel tempo.
“La mia vita è cambiata dall’oggi al domani, la nostra attività è completamente distrutta – racconta Aven -. Tutto ciò che stavamo costruendo per trent’anni è ora completamente rovinato. E dobbiamo in qualche modo iniziare una nuova vita. Mi sarà permesso avere una colf o un autista? Non guido una macchina, forse guiderà la mia figliastra. Non capiamo come potremo sopravvivere”.
Non solo, ora l’oligarca russo rischia l’espulsione entro venti giorni dal Regno Unito, dopo esser stato immortalato con Putin al Cremlino insieme ad altri magnati proprio il giorno in cui è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina. “Se vado via non potrò mai più tornare”, ha aggiunto Aven, spiegando che a Londra vive ormai da tempo, con la seconda moglie e il figlio di 8 anni.
Secondo il milionario russo, le sanzioni sarebbero ingiustificate, ma non c’è nessuno che voglia seguire la sua causa. “Gli avvocati britannici non vogliono lavorare con i russi – ha spiegato -. Mi è stato detto che è quasi impossibile modificare le sanzioni”.
Poi è passato all’atto estremo: negare ogni rapporto con il Cremlino: “Per fare affari in Russia è necessario un contatto con il presidente, quando il suo ufficio chiama non c’è altra scelta che rispondere. Cerchiamo di rimanere fuori dalla politica – ha concluso -, non posso essere sanzionato solo perché incontro il presidente. Se un tribunale decide che sei corrotto sarebbe comprensibile, ma questo proprio non lo capisco. Siamo pronti a dimostrare tutto”.
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