In mattinata la protesta dei dipendenti della Portovesme srl è arrivata a Cagliari di fronte a Villa Devoto per chiedere un intervento immediato della Regione per evitare lo stop della produzione di metallurgia non ferrosa, unico polo industriale in tutta Italia.

Già alla fine del 2021, l’azienda aveva dovuto fermare la produzione di zinco, con una capacità annua di 100mila tonnellate, a causa degli ingenti costi sostenuti per l’energia. Quest’anno non è andato meglio, con i rincari provocati dalla guerra in Ucraina, che rischia di mettere alla porta 1500 lavoratori e lavoratrici. 

Il presidente Solinas ha annunciato che incontrerà i rappresentanti dei dipendenti lunedì 4 aprile alle 11. “Oggi abbiamo ribadito che la priorità è il tema energia – ha detto Emanuele Madeddu della Filctem-Cgil in rappresentanza anche di Cisl e Uil – l’azienda ci ha detto che da qui a qualche settimana, in assenza di notizie diverse, le produzioni verranno fermate completamente. Ebbene si è arrivati lunghi a questa situazione perché già da ottobre abbiamo chiesto un incontro per affrontare i temi del caro energia e problemi più strutturali e oggi abbiamo dovuto mobilitare le persone per ottenere quel tavolo”.

“Non permetteremo né alla politica ma neanche alla società di fermare quella fabbrica perché non ce lo possiamo permettere e siamo pronti a fare le barricate”, ha aggiunto Madeddu.

Al governatore sardo è stato chiesto di essere “un alleato in questa battaglia” dopo che “forse, in questa fase, si è dormito eccessivamente ed è stata necessaria la nostra sveglia con la nostra presenza qui a Cagliari: non è un caso che dopo avere annunciato la mobilitazione, in 48 ore sono arrivate due convocazioni”.

Il prossimo martedì 5 aprile, alle 8, si terrà una nuova assemblea generale dei lavoratori in fabbrica per discutere dell’esito dell’incontro e definire i prossimi passi.

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