Se la sfida per l’inclusione delle persone con disabilità riguarda l’intero genere umano, il segreto è creare punti di incontro, opportunità che non lascino nessuno indietro e che facciano sentire tutti e tutte, comunità.

L’obiettivo del progetto Mizar – esplorazioni inclusive tra natura e stelle dell’associazione Punti di vista (sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, in partnership con l’Istituto ciechi Cagliari, l’Osservatorio Astronomico di Cagliari e la Fattoria Emoyeni), è questo: con uno sguardo che mira alla ricerca delle potenzialità di ciascuno nei vari contesti, vuole favorire l’incontro e il dialogo tra un gruppo di venti giovani da varie zone del centro e sud Sardegna (tra i 12 e i 19 anni) con e senza disabilità visive, allo scopo di superare l’immagine della persona cieca come necessariamente bisognosa di assistenza e della persona vedente come perenne ausilio.

“Per noi inclusione significa incontro nella diversità – spiegano dall’associazione – la vita è la vita perché c’è biodiversità, in questo la natura è nostra maestra ed è lei a ricordarci che al mondo c’è posto per tutti gli esseri umani. Il nome Punti di vista esprime il nostro desiderio di sviluppare uno sguardo aperto e curioso che abbracci la totalità dei diversi aspetti della realtà: stavolta, volevamo che il focus del progetto fosse totalmente scardinato dalla vista, che coinvolgesse tutti i sensi e che potesse insegnare qualcosa di nuovo”

La natura con Mizar gioca un ruolo fondamentale: dopo la formazione teorica e pratica dei giovani partecipanti sulle tecniche di accompagnamento nelle disabilità visive, le attività vengono infatti svolte in contesti all’aria aperta, a stretto contatto con la natura e con la possibilità di relazionarsi con le varie forme di vita vegetali e animali presenti nel territorio. Avventure nell’hinterland di Cagliari, escursioni nei luoghi naturali limitrofi e gite in fattoria: l’outdoor è così un contesto che insieme, diventa accessibile.
Il nome del progetto poi, proviene anch’esso dall’universo naturale: situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore, Mizar è una stella quadrupla che insieme alla stella Alcor forma un sistema stellare doppio. Il significato però non vuole solo evidenziare la meraviglia di sistema stellare complesso, simbolo di una pluralità di sguardi e punti di vista: la bellezza sta nel sapere che quel gruppo di stelle impegnato – con pari dignità – a ruotare, rende la realtà molto più luminosa; il risultato, insieme, è una brillantezza più grande della somma delle singole.

“L’idea nasce dall’ascolto – spiega Martina Balloi, coordinatrice del progetto – non sono molte le occasioni di scambio tra giovani con e senza disabilità visive, da ciò la scelta di creare un ponte.Siamo partiti dal formare degli elfi guida con indicazioni informazioni basilari sulle tecniche di accompagnamento per agevolare i rapporti e superare i preconcetti. Niente di tecnico: abbiamo ad esempio parlato di arte e di come si può fare insieme, di cucina dato che un elfo vorrebbe avviare un laboratorio di cucina; se inclusione è anche fare le cose insieme è necessario fornire a tutti gli strumenti necessari per poter agire al meglio. Si tratta di un tipo di esperienza che anche a livello nazionale manca, la speranza è quindi che sia l’inizio di qualcosa di magico, che spinga tutti a camminare nella stessa direzione, ognuno con le proprie capacità. Al mondo non abbiamo tanto bisogno di guide, quanto di scambi, relazioni e modi di comunicare che facciano sentire tutti e tutte, comunità”

Ultimo appuntamento previsto da Mizar sarà una residenza in natura di due giorni e una notte. Vivendo all’aria aperta, gli elfi(ovvero chi partecipa alle attività di Punti di vista) nel tempo hanno avuto la fortuna di scoprire luoghi bellissimi, tra fattorie, boschi e colline lontano dalle luci cittadine. Unico faro, la luna e un cielo incredibilmente stellato. Da qui l’idea di una collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di Cagliari (OAC) con la possibilità di una sperimentazione sul campo dei materiali didattici tattili prodotti da OAC per facilitare la divulgazione scientifica dell’astronomia per persone con disabilità visive.

“L’astronomia viene considerata molto spesso come una scienza visiva, ma in realtà le varie informazioni che ricaviamo dagli oggetti cosmici sono solo in minima parte visibili; tutto il resto non sono altro che onde elettromagnetiche invisibili che noi poi trasformiamo in mappe affinché siano comprensibili”. Per Silvia Casu, responsabile dell’area Divulgazione e Didattica dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari, anche le modalità con cui generalmente ci si interfaccia con la natura e il cielo, sono un punto di vista da rovesciare. “Vogliamo far capire che le modalità di approccio alla materia, sono varie: i dati si possono rendere in maniera tattile così come alcune informazioni possiamo percepirle attraverso l’olfatto o l’udito; vogliamo riscrivere la narrazione del nostro rapporto col cielo per questo siamo entusiasti di aver avviato una collaborazione che unisce l’educazione all’aria aperta, percorsi di didattica inclusiva e un approccio all’astronomia senza ausilio della vista come senso principale”.

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