Sabato 9 e domenica 10 aprile si svolgerà a Ussaramanna l’unico Festival dedicato alle erbe spontanee in Sardegna, una delle pochissime manifestazioni di questo genere a livello nazionale. Giunto alla 36ma edizione, il festival rappresenta un’iniziativa che coinvolge – a partire dal centro amministrato da Marco Sideri – tantissimi soggetti pubblici: dai comuni del territorio al consorzio Sa Corona Arrubia fino all’Università di Cagliari che già da anni collabora fattivamente alla realizzazione degli eventi in programma.

Dal punto di vista scientifico, il coordinamento del festival è nelle mani del Centro Servizi Orto Botanico (HBK) dell’Università di Cagliari: sabato mattina si terrà il convegno “Flora autoctona della Sardegna: a un passo dalla legge regionale di protezione”, con la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare coordinata da HBK. Dopodiché ci saranno una serie di appuntamenti culturali, scientifici e di approfondimento tecnico che coinvolgeranno numerosi enti e che porteranno alla presentazione di documentari, alla realizzazione di laboratori per le scuole, a mostre, escursioni, concerti, visite guidate. Di particolare rilievo anche la mostra delle erbe spontanee.

“Dalla conoscenza che si produce in queste giornate aperte alla partecipazione del pubblico più ampio ed eterogeneo – spiega Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari – nasce la coscienza, e grazie a questa si può finalmente giungere alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale. Si tratta non solo di tutelare, ma anche di valorizzare. È questo che facciamo come ateneo: scendiamo dal piedistallo, andiamo nei territori e lavoriamo con gli operatori perché possano avere un vantaggio, prima di tutto di conoscenza”.

Oltre agli eventi culturali su tematiche ambientali, il contorno del festival vedrà una serie di altre attività che valorizzano il territorio, come la sagra de sa pardula, la mostra mercato e le botteghe dei mestieri, con espositori di prodotti artigianali a km zero, produzioni biologiche e, infine, una serie di attività che si punta a valorizzare, di interesse non solo culturale, ma anche profondamente connesso con la ricchezza e la bellezza del territorio locale.

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