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Nonostante la fine dello stato di emergenza nazionale non sembrano attenuarsi le difficoltà per i lavoratori sardi del settore del trasporto merci. Come se non bastassero il Covid e le numerose disposizioni per contrastare la pandemia ora gli autisti sono costretti a imbarcare i mezzi pesanti sulle navi per la penisola come Moby, Tirrenia e Grimaldi senza che gli venga concesso l’utilizzo di una cabina per il viaggio, vincolandoli a dormire nelle poltrone nonostante i ritmi massacranti che giornalmente sono obbligati ad affrontare. La situazione – spiegano gli addetti ai lavori – è frequente durante le feste di Natale, Pasqua, i “ponti” delle festività e nella stagione estiva quando le compagnie marittime fanno scattare una sorta di prelazione verso i turisti, che hanno priorità di imbarco e sistemazione a bordo a scapito degli autisti che tutto l’anno utilizzano obbligatoriamente il traghettamento marittimo per poter movimentare le merci.

Così nella scorsa settimana di particolare flusso turistico Pasquale, così come in questa che precede il “ponte” del 25 Aprile, in tanti hanno segnalato che nei viaggi di rientro in Sardegna su diversi scali portuali per i passaggi commerciali, al momento della richiesta di posto letto non viene garantita agli autisti la cabina, indicando quale alternativa la “poltrona”. Inoltre, alcuni, dopo forti tensioni e proteste, vengono sistemati a bordo in cabine con più letti, mentre altri sono effettivamente destinati alla poltrona.

La grave situazione riguardante gli autisti del settore del trasporto navale di merci da e per la Sardegna è oggetto di una interrogazione presentata alla Regione dai Consiglieri del Partito Democratico, primo firmatario Roberto Deriu. “Numerosi autisti si rifiutano di salire sulle navi, giustamente impauriti e preoccupati per la loro incolumità e per quella degli altri, non riuscendo materialmente ad affrontare con serenità il loro lavoro a certe condizioni”, spiega l’esponente dem. Una situazione che di conseguenza crea disagi e interruzioni al servizio di trasporto merci sardo, un settore già in passato al centro di diverse iniziative da parte dei consiglieri dem, non ultima l’interrogazione sull’aumento delle tariffe per l’imbarco dei mezzi. “Chiediamo all’Assessore dei trasporti se, in che modo e in quanto tempo, intenda mettere in campo tutte le misure indispensabili per arginare le difficoltà e risolvere queste problematiche – conclude Roberto Deriu –. Appare evidente la necessità di intervenire urgentemente per garantire il servizio di trasporto navale delle merci, ripristinando condizioni di lavoro umane per gli autisti e i lavoratori del settore”.

La lettera della Cna Fita

Anche la CNA FITA Sardegna ha inviato in data odierna una nota all’Assessore ai Trasporti Todde per rappresentare la grave condizione di cui si dolgono gli autotrasportatori che garantiscono il trasporto delle merci via mare da e per la Sardegna durante i momenti di maggiore flusso turistico che interessano l’isola.

“Una condizione pericolosa – si legge nella nota dell’Associazione a firma del Presidente e della Responsabile regionali Sandro Concas e Valentina Codonesu – considerando che chi attraversa il mare per movimentare le merci in entrata ed uscita dalla Sardegna si imbarca dopo ore ed ore di estenuante guida, quindi necessitando di adeguato ristoro – come infatti previsto dalla stringente normativa europea sui tempi di guida/riposo – a tutela della Sicurezza di tutti, sia di chi porta il mezzo pesante che di chi lo incrocia per strada. Tanto più pericolosa in un momento in cui il Covid non è affatto sconfitto, perché gli autisti possono ritrovarsi a condividere spazi ristretti in una situazione che oltre che umiliarne la riservatezza personale, vanifica gli sforzi organizzativi ed economici che quotidianamente le aziende di autotrasporto profondono a tutela della loro salute.

Una condizione iniqua, considerando che chi svolge il servizio di trasporto delle merci lo fa nell’interesse della collettività, transitando il mare non per piacere ma per necessità, quindi non potendo scegliere a fronte di condizioni disagevoli di restare a terra col carico, a meno di conseguenti danni economici di mancata consegna o blocco delle merci; danni che si riflettono dolorosamente sull’intera economia della Sardegna.

Una condizione insostenibile, considerando che le aziende di autotrasporto devono gestire le rivendicazioni e tensioni del personale viaggiante, sempre più carente e sempre meno disponibile a prestare la propria attività verso il continente per gli eterni disagi e disservizi di una continuità marittima commerciale che non c’è. Mentre di certo restano i continui rialzi tariffari degli armatori, che nell’ultimo mese – all’inizio di marzo e poi all’inizio di aprile – hanno determinato per l’autotrasporto aumenti insostenibili, con +220€ a pezzo in andata e ritorno. Rincari che seguono gli ulteriori rialzi di giugno 2021 (+60€ a/r) e Ottobre 2021 (+60€ a/r): in meno di un anno, una stangata di 340€ per un mezzo che trasporta merci da e per la Sardegna”.

I vertici CNA FITA hanno rivolto un forte appello all’Assessore ai Trasporti Todde affinché intraprenda ogni iniziativa – compresa la segnalazione al Presidente della Regione Sardegna ed al Ministero dei Trasporti che ha competenza sulla continuità territoriale marittima – perché questa situazione abbia termine il più presto possibile.

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