Ritornare a vivere il senso di comunità e il valore dello stare insieme. Cagliari, Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro, Pula e tutta la Sardegna ci proveranno dal 1° maggio di questo 2022 con la Festa di Sant’Efisio. Un momento di aggregazione, che da 366 anni consente di ritrovarsi nel cammino del percorso lungo 80 chilometri che segna la via dalla città a Nora, costellato di storia, folclore, tradizioni e devozione.

Dopo due anni di Covid-19, infatti “sarà una grande festa di popolo” ha spiegato il sindaco Paolo Truzzu. “Questo chiama però ognuno di noi a una grande responsabilità. Perché sappiamo benissimo che non siamo ancora usciti da questo terribile tunnel. Perciò dobbiamo avere grande rispetto delle regole”, ha spiegato riferendosi alle misure anti Covid-19 ancora vigenti. “Sarà una Festa sobria. È doveroso nel particolare momento che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, far sì che la Festa sia sobria. Sappiamo benissimo quali sono le situazioni che vive il Paese, che vive dal punto di vista economico, le difficoltà che stanno vivendo tanti nostri concittadini. E sappiamo benissimo qual è la situazione a livello mondiale, qual è la crisi geopolitica che investe l’Europa, quello che sta succedendo in Ucraina”. Quindi, nel rispetto di tutti abbiamo scelto la strada di un ritorno al passato, ma nel segno della sobrietà”, ha proseguito il primo cittadino ringraziando tutti coloro sono impegnati nell’organizzazione. L’obiettivo rimane sempre quello di “dare sempre un profilo nazionale e internazionale alla Festa, straordinario caleidoscopio di profumi, colori, fede e di tradizione che caratterizza la nostra città e la Sardegna”.

Di questa mattina di venerdì 22 aprile la presentazione al secondo piano del Municipio di via Roma 145. Presenti: l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, il presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco, l’assessore comunale al Turismo, Alessandro Sorgia, il presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone, Andrea Loi, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Pula, Sarroch, Villa San Pietro, Capoterra e il direttore organizzativo, Ottavio Nieddu.

La processione di domenica 1° maggio vedrà dunque rappresentate 92 comunità. Ottantuno saranno le associazioni di devoti e 30 invece quelle di cavalieri che vi prenderanno parte in abito tradizionale. E poi, 4 cori, 56 miliziani, 5 binomi di cavalieri del Comando Militare Esercito Italiano, 18 tracas, con 270 devoti a bordo, a cui se ne aggiungeranno altri 2.500 a piedi. Lungo il cammino, tra il passaggio dei cavalieri e l’arrivo del Santo, per la prima volta l’attesa sarà scandita dai canti religiosi di quattro formazioni “a Cuncordu”. Nel corso Vittorio Emanuele sarà presente su Cuncordu Sas Enas di Bortigali, nella piazza Del Carmine i canti “a tragiu” del Coro di Bosa, mentre nel largo Carlo Felice quelli del Cuncordu di Orosei e infine in via Roma sarà presente Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santulussurgiu.

Già a partire da sabato 30 aprile, diverse le iniziative collaterali previste a Cagliari. Si comincia sabato 31 aprile. Dalle 21 la piazza Del Carmine si terrà infatti lo spettacolo musicale con la regia di Ambra Pintore “Non fermiamo la tradizione”: dialoghi in musica e poesia con le nuove espressioni della musica popolare, dal canto a tenore alla musica elettronica. Domenica 1° maggio, dalle 18 Premio Toson d’Oro di Sant’Efisio e a seguire “Il ballo dell’Isola in Festa”, con oltre 25 gruppi folcloristici e la partecipazione del maestro di launeddas Luigi Lai, i canti logudoresi di Emanuele Bazzoni, i tenore Remundu ‘e Locu di Bitti, i tenore Murales di Orgosolo e i tenore San Gavino di Oniferi. Nell’attesa del rientro del Santo da Pula, mercoledì 4 maggio dalle 18 il cortile d’onore di Palazzo Bacaredda ospiterà sette corali polifoniche del territorio della Città Metropolitana e del Sud Sardegna, che daranno vita ad un intenso concerto di canti sacri. Al termine del concerto previsto, alle 20,30 circa, tutte le formazioni corali si posizioneranno nelle principali vie del percorso per salutare col canto dei gocius e altri canti religiosi, il passaggio del Martire Guerriero.

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