Oltre cinquanta persone sono state identificate ieri dalla Polizia durante l’incontro pubblico Costruiamo insieme comunità future, organizzato al Municipio di Iglesias in occasione della Giornata della Terra 2022. Evento che prevedeva laboratori per bambini e la presentazione del libro “Disarmare il virus della violenza” di Pasquale Pugliese.
Alla fine dell’evento, a cui hanno partecipato numerosi cittadini ed esponenti di associazioni e movimenti politici impegnati per il disarmo nel mondo, come raccontano in una nota Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera e Rita Melis, coordinatrice del Sulcis-Iglesiente della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica “gli agenti di polizia all’uscita dal municipio hanno imposto l’identificazione di tutti i partecipanti. Un atto di arroganza spropositato e ingiustificato ancor più per un evento contro la violenza regolarmente autorizzato e accolto all’interno di sedi istituzionali – evidenziano le due esponenti pacifiste -. L’intimidazione contro chi si batte per la pace, per il diritto alla salute, per l’ambiente e per la vita, è di particolare gravità di fronte ai venti di guerra che oggi soffiano in Europa. Preoccupa la deriva autoritaria e repressiva dello Stato contro chi nel Disarmo vede l’unica via ragionevole e possibile per porre fine alle guerre”.
L’atto – secondo i pacifisti – sarebbe un monito contro le mobilitazioni popolari per porre fine alla fiorente produzione ed esportazione di bombe dall’RWM di Domusnovas in Medioriente. ”La fabbrica tedesca, del gruppo Rheinmetall, con la complicità dello Stato italiano, produce in Sardegna le bombe per le esigenze belliche, in primis dell’Arabia Saudita contro lo Yemen – si legge nella nota -. Per noi sardi il ricatto occupazionale dell’RWM è un danno e un’umiliazione. La soluzione del problema occupazionale è possibile a partire dalla riconversione delle economie di guerra e di tutte le economie inquinanti presenti in Sardegna, in attività compatibili con le vocazioni dei territori. Non possiamo più essere “ostaggi poveri” di un Pil totalmente estraneo al benessere dei sardi. Auspichiamo che lo Stato italiano, per contribuire a spegnere la guerra in Ucraina (e non solo) trovi nuove strategie di pace che bandiscano la produzione e il traffico delle armi”.
Anche il movimento Caminera Noa “esprime preoccupazione e sdegno nei confronti di ciò che appare come un chiaro segno di intimidazione verso chiunque sia a favore di un modello di sviluppo alternativo alla presenza di fabbriche d’armi e basi militari sul territorio. Il grave fatto accaduto ieri – si legge in un comunicato stampa – non fermerà certo l’attivismo dei numerosi comitati di cittadini e cittadine che negli ultimi anni si sono opposti con forza all’ampliamento della RWM di Domusnova e neppure arresteranno il movimento che da decenni si batte per la smilitarizzazione dell’isola. Ma è necessario denunciare questo grave atto intimidatorio, affinché mai nessuno possa sentirsi minacciato per partecipare a un incontro pubblico e per il proprio impegno civile e politico contro armi e guerre. È necessario denunciare il chiaro intento intimidatorio di questa immotivata azione di polizia. Il clima repressivo che si respira in queste settimane sappiamo essere alimentato dal coinvolgimento italiano nella guerra Ucraina e dalla martellante propaganda guerrafondaia del governo Draghi, funzionale a politiche economiche e sociali contrarie al volere popolare, oggi più che mai contro la guerra. Per questo esprimiamo ferma solidarietà ai presenti all’incontro di Iglesias rilanciando l’invito ai cittadini e alle cittadine sarde a unirsi alle mobilitazioni contro l’occupazione militare della Sardegna e contro la produzione di armamenti a Domusnovas”.
Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it