Nel primo trimestre 2022 l’export sardo cresce del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se si mette a confronto con le esportazioni registrate alla fine del 2021, però, si tratta di un sensibile rallentamento.

È quanto emerge dall’ultimo report del Centro Studi della Cna Sardegna. Il livello della domanda estera di prodotti locali, in ogni caso, resta molto alto: pari a 1,6 miliardi, superiore a quelli pre-pandemia.

Resta qualche preoccupazione sul fronte dei prodotti petroliferi raffinati, il cui valore economico delle esportazioni è in calo del 6% rispetto al primo trimestre 2021. Nella stessa situazione anche altre due regioni italiane: Basilicata (-13,5%) e Molise (-23,5%).

Positivi invece i numeri dei prodotti chimici (82 milioni) e l’agroalimentare (+6%), mentre si registra un forte calo nell’industria della lavorazione del metallo, che lo scorso anno aveva avuto una crescita esponenziale (-74,5%). Nel 2021, la domanda proveniva da un solo paese, il Qatar. Il settore agroalimentare rappresenta attualmente il 15% dell’export regionale, sebbene la domanda negli Stati Uniti – che rappresenta il 44% del mercato – è in calo del 9%. Allo stesso modo si registra un segno meno anche nel mercato cinese (-40%), che rappresenta il 2% degli acquirenti. Preoccupa meno l’export verso la Russia, che si attesta allo 0,1% sul totale.

Nel primo trimestre dell’anno, le vendite di pecorino e dolce sardo – comprese quelle al di fuori dell’Isola – hanno raggiunto i 52 milioni, con una crescita del 30% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le cause sono da ricercare prevalentemente nella crescita dei prezzi all’export, che a partire dagli ultimi mesi dello scorso anno hanno superato i 10 euro al kg, arrivando addirittura al record storico di 11 euro a marzo di quest’anno, contro una media di 8,6 euro del 2020.

“I dati disponibili ancora non registrano gli effetti della crisi in Ucraina, ma è chiaro che anticipano una situazione che potrebbe peggiorare drasticamente – commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. I rischi legati all’incerto scenario globale sono particolarmente rilevanti proprio per quelle produzioni regionali spiccatamente orientate verso grandi mercati. Altrettanto rilevante sarà l’evoluzione della dinamica dei prezzi delle commodity e dell’energia”.

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