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“Con il via libera all’unanimità della Commissione Affari Costituzionali della Camera si supera l’ultimo ‘scoglio’ prima dell’approvazione definitiva della proposta di legge per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione, che porta con se due straordinarie novità: per la prima volta nella Storia una proposta di legge di iniziativa popolare cambia la Costituzione; lo Stato riconosce finalmente lo svantaggio che la condizione insulare comporta e si rende, in prospettiva, disponibile e sanare gli squilibri”. È il commento a caldo del Presidente della Commissione regionale per l’insularità e componente del Comitato per l’insularità, Michele Cossa, al via libera della Commissione di Montecitorio.

Cossa, di rientro da Roma dove nei giorni scorsi aveva incontrato proprio il Presidente della Camera Roberto Fico, ha definito quello di oggi “non un semplice atto formale ma il frutto di un intenso lavoro che ha visto schierato tutto il mondo politico, quello economico, accademico e la società civile nella sua interezza”. La Sardegna, ha proseguito il Presidente della Commissione, “deve ora essere pronta, rimboccarsi le maniche e lavorare affinché questa importante azione di rivendicazione porti ai risultati sperati. Dobbiamo fare in modo, attraverso questa battaglia, che nessun giovane sardo possa più avvertire l’insularità come freno rispetto alla propria volontà di fare, intraprendere, creare ma, al contrario, possa trarre da questa condizione la forza per crescere e far crescere la nostra Isola”, ha proseguito Cossa.

Essere un’isola, è il ragionamento alla base della proposta di legge, comporta enormi costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Uno studio specifico sul problema, realizzato dall’Istituto Bruno Leoni, ha quantificato in circa 5.700 euro procapite il “costo dell’insularità” per la Sardegna: circa 9 miliardi di euro l’anno (a fronte di un PIL della regione di circa 20 miliardi di euro). Da qui la richiesta della Sardegna a Parlamento: azzerare gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia dunque finalmente consentito ai sardi di competere con pari punti di partenza con tutti gli altri cittadini italiani.

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