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Nove milioni di euro. Questo è l’importo destinato dall’assessorato regionale del Lavoro a garantire un parziale ristoro, con un’indennità una tantum, a favore di ditte e  lavoratori autonomi, a fronte del mancato reddito per la sospensione o riduzione delle attività lavorative, dovuto alle forti limitazioni all’attività derivanti dalle misure di contenimento necessarie a contrastare l’epidemia da Covid 19. Eppure, a tre giorni della scadenza di quello che sembra profilarsi come l’ennesimo clic day, sono tanti i punti dubbi sulla provvidenza regionale, in particolare sui beneficiari e sugli anni cui riferire il calo di fatturato.

In una interrogazione depositata oggi in Consiglio regionale, il consigliere del Partito Democratico Piero Comandini esprime forte preoccupazione per l’avviso che, pubblicato il 20 giugno scorso, prevede che le domande per la richiesta di indennità si possano presentare dal 4 – 5 luglio pv.

“I tempi sono ristrettissimi anche in considerazione della concomitante scadenza per il pagamento delle imposte (i commercialisti e i consulenti sono oberati) – evidenzia Comandini – inoltre non è chiaro quali siano i soggetti che possono parteciparvi, in particolare per le figure libero professionali. Infatti l‘articolo 4 dell’avviso fa una miscellanea fra codici Ateco e professionisti vari, in sostanza non si capisce se possono partecipare i soggetti indicati al punto 4 (commercialisti – avvocati -ingegneri ecc) o l’elenco sia semplicemente a titolo esemplificativo, si fa riferimento a soggetti senza partita IVA ma facendo riferimento a professionisti e imprese, risulta una incoerenza in quanto un professionista o una impresa ha la partita IVA. Ancora – prosegue Comandini – l’articolo 6 al punto 3 parla di requisiti oggettivi ma non è indicato l’anno di riferimento sul quale indicare il calo del fatturato e sempre al punto 6 vi è questa definizione: una accertata riduzione di almeno il 30% del volume di affari parametrato ad un reddito uguale o inferiore ad € 40.000,00 lordi annui per i soggetti rientranti nelle categorie di cui alle lettere d), e), f), g) della Tabella esplicativa di cui all’art.4: si fa una miscellanea tra volume d’affari e reddito che in termini tecnici significa creare confusione. In conclusione ad oggi, nei siti dedicati, non compaiono ancora le FAQ  di chiarimento. Purtroppo – conclude l’esponente DEM – memori di quanto successo in passato, dove bandi e avvisi poco chiari hanno solo generato confusione, ritardi e conseguenti ricorsi, sarebbe opportuno concedere una proroga della data di scadenza e nel frattempo verificare l’avviso punto per punto così da chiarire le parti più dubbie e poco chiare”.

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