Tutto pronto per lo sciopero dei taxi che si terrà domani mattina, a partire dalle 8,30 all’aeroporto di Cagliari-Elmas, seguendo così i colleghi della Penisola che hanno spento i motori già a partire da oggi. La protesta, come annunciato, durerà 48 ore.

Le ragioni sono tutte da ricercare nella ferma opposizione all’art.10 del Ddl Concorrenza che prevede “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web e che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. A nulla è servito l’incontro tra il vice ministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibile, Teresa Bellanova, e i sindacati dei tassisti.

In Sardegna il servizio sarà garantito per tutta la giornata, ma a partire da domani si ferma tutto. Dopo il primo sit-in allo scalo cagliaritano, ci si sposterà verso via Roma, di fronte al Consiglio regionale, per chiedere un incontro con il presidente dell’Assemblea sarda, Michele Pais.

“Se non verrà cassato questo scellerato articolo 10 qui in Sardegna sono a rischio 610 famiglie (su 412 taxi in circolazione, ndr) che vivono di questo lavoro”, spiega Giovanni Frongia, delegato taxi Sardegna insieme a Riccardo Mascia. “Il rischio – proseguono – è che la liberalizzazione porti al disastro, incidendo negativamente anche sulla qualità e sui costi del servizio. Chiediamo sin d’ora scusa per i grossi disagi che ci saranno non solo per i cittadini ma anche per i turisti che affollano l’Isola, ma stiamo cercando di difendere il nostro lavoro e il nostro futuro”.

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