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Il mondo indipendentista sardo, abbastanza variegato e notoriamente disunito, si arricchisce di una nuova sigla. E di una nuova polemica. La nuova sigla si chiama “Nazione Sarda Giustizia e Libertà”. Nata dall’unione tra una parte dei Rossomori guidata da Paolo Mureddu e Il Partito dei Sardi fondato da Paolo Maninchedda, Nazione sarda giovedì scorso ha partecipato a un incontro programmatico con i Progressisti di Massimo Zedda e Francesco Agus, che si è svolto a Cagliari in preparazione alle elezioni Regionali che si terranno nel 2024.

L’intento dell’opposizione – verosimilmente – è quello di trovare intese e soprattutto nomi spendibili e “identitari” da contrapporre ad un centrodestra che, nella scorsa tornata elettorale, ha vinto ancora grazie all’ormai rodato abbinamento tra destra e sardisti. Il gemellaggio – iniziato con l’intesa programmatica del 2009 con il Pdl, l’Udc e i Riformatori sardi, celebrata in modo eclatante con la consegna della bandiera dei Quattro Mori a Silvio Berlusconi, avvenuta in pompa magna davanti al Nuraghe Losa (simbolo dell’orgoglio e dell’identità sarda) quando il Psd’Az appoggiò Ugo Cappellacci – si è dimostrato vincente. E oggi, a più di undici anni di distanza dalla consegna di quel vessillo, il partito Psd’Az è sempre più saldamente ancorato al centrodestra.

I Rossomori, nati proprio nel 2009 dalla scissione del partito fondato da Emilio Lussu in seguito all’alleanza di centrodestra e sempre rimasti nell’orbita della coalizione di centrosinistra, ora sono in parte confluiti nella ennesima sigla indipendentista nata dall’accordo con Paolo Maninchedda. Ma ecco che Sardigna Natzione, decano dell’indipendentismo in Sardegna, si scaglia contro la nuova entrata.

“Apprendiamo dalla stampa che nella galassia indipendentista è apparso un nuovo astro, Nazione Sarda Giustizia e Libertà, già predisposto per orbitare in un sistema planetario tricolore intorno al sole italiano PD, si legge in un polemico comunicato del partito guidato da Bustianu Cumpostu -. Scelta legittima ma non sicuramente condivisibile da Sardigna Natzione che, in quanto ne è stato quasi clonato il nome, ha il dovere di distinguersi da tale scelta de da tale interpretazione dell’essere indipendentisti. Nazione Sarda NON È Sardigna Natzione”. Per Sardigna Natzione, “l’essere indipendentisti è assolutamente incompatibile con la condivisione e il conseguente rafforzamento di sistemi politici che sono lo strumento tramite i quali lo stato italiano tiene in sudditanza la Nazione Sarda. Tale condivisione diventa ancora più inaccettabile quando anche simbolicamente si accetta la dipendenza fondendo il nome Nazione Sarda in un calderone tricolore e filoitaliano”.

Insomma pur non riuscendo a trovare una linea comune, la galassia indipendentista sardo dimostra per lo meno di tenere al copyright. E, si sa, in Sardegna i nomi sono importanti. Forse più della sostanza.

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