Domenica 10 luglio, nei giardini del Museo civico di Cabras, alle ore 19 inizia la terza e ultima giornata del primo “Festival letterario dell’Archeologia l’Isola dei Giganti – Un viaggio lungo tremila anni”. Un evento che presenta un programma ricco di ospiti, di attività e di occasioni di confronto e di dibattito.

La giornata inaugurale, venerdì 8 luglio, è cominciata con le parole di Anthony Muroni, presidente della Fondazione, che ha auspicato “una commistione di linguaggi, un ponte tra diverse forme d’arte e di cultura che possano portare alla piena valorizzazione dei beni archeologici di Mont’e Prama”. A seguire, la presentazione della collana “Cultura, storia e archeologia della Sardegna” di Ilisso Editore. In seguito intervengono gli autori Giuseppe Corongiu, Nadeesha Uyangoda e Federico Rampini.

Nella prima giornata del Festival, l’editorialista del Corriere della Sera Federico Rampini ha dialogato con la giornalista Paola Pintus, presentando la sua ultima fatica editoriale, “Fermare Pechino” (Mondadori). “Cosa c’entra l’archeologia con un libro che parla della Cina?” ha domandato Pintus. E Rampini ha risposto: “Le connessioni tra la Cina e la Sardegna sono più di quante si possa immaginare. ‘Fermare Pechino’ è in primo luogo un libro di storia: una storia antichissima, il primo punto di forza di una cultura egemone che si sta prepotentemente affermando nel mondo. Moriremo cinesi perché loro hanno una profondità storica più forte della nostra. Hanno la certezza di appartenere alla più antica delle storie umane. Coltivano la memoria storica. Uno dei loro elementi di forza è il loro concetto di tempo. Possono fare programmi di lunghissimo periodo e realizzarli in tempi brevissimi anche perché hanno questa consapevolezza. È questa la lezione che la Sardegna, con i suoi Giganti, deve imparare a fare propria”.

Tra gli ospiti di sabato 9 luglio (ore 21,30), il giornalista Marco Varvello, responsabile della sede di corrispondenza Rai nel Regno Unito, con il suo nuovo romanzo, ‘Londra anni Venti’ (Bompiani): “Un romanzo d’attualità che segue due filoni – dice l’autore – una storia d’amore e un thriller politico, calato nella capitale britannica al tempo della Brexit e del Covid”.

Ad affrontare il tema del mare, con la sua bellezza e la sua forza sublime, domenica 10 luglio (ore 19,00) ci sarà anche lo scrittore messinese Francesco Musolino. “Mare mosso”, il suo nuovo romanzo, è ambientato nel 1981 e ha il mar di Sardegna in tempesta come grande protagonista: la storia è infatti quella di un arduo salvataggio tratto da un episodio reale, che si è verificato a largo di Santa Caterina di Pittinuri nel 1981. “Il mare può essere bellissimo ma è lo stesso che ingoia le navi – dice Musolino -. È al contempo terrore e stupore. Non lo possiedi, lo attraversi, e per questo ci spaventa. Il mare ti mette a confronto con la tua più estrema fragilità: non è un caso che sia il più grande pericolo avvertito dall’umanità. Il mare potrebbe innalzarsi. Solo l’idea mette paura”.

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