Proseguono le indagini della Procura di Tempio Pausania per accertare le cause che hanno portato, nella serata di domenica 30 luglio, lo yacht Amore a schiantarsi sugli scogli dell’isola delle Rocche, nel golfo del Pevero. Nell’impatto ha perso la vita il manager tedesco con cittadinanza britannica, Dean Kronsbein.

Dalle prime ricostruzioni era emerso che il comandante dell’Amore, Mario Lallone, 66 anni esperto di navigazione e profondo conoscitore del Mediterraneo, aveva virato improvvisamente per evitare la collisione con un’altra imbarcazione, la Sweet Dragon, di proprietà della famiglia Berlusconi, guidata dal comandante Luigi Cortese, 57 anni originario di Ischia. Entrambi sono accusati di omicidio colposo e lesioni.

In giornata, però, è arrivata all’Ansa la replica del legale di Cortese, Fabio Varone: “Non soltanto Cortese ha accostato a dritta come prevede il regolamento internazionale in presenza di imbarcazioni con rotte opposte e ha arrestato i motori, ma il comandante ha anche messo macchine indietro tutta. E nel momento in cui è transitata la Sweet Dragon stava già procedendo a marcia indietro”.

È stato proprio Cortese, infatti, a dire agli inquirenti che è stato lo yacht Amore ad aver sbagliato manovra. E mentre quest’ultimo lanciava il may day, a seguito del violento impatto, la Sweet Dragon ha prestato soccorso Kronsbein, tentando una rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. Al momento dei soccorsi, aggiunge Cortese, lo yacht aveva già sbarcato i passeggeri a Baia Sardinia, facendo rotta verso sud per ritornare all’ormeggio a Porto Rotondo.

I due yacht son stati posto sotto sequestro così come i telefoni cellulari e i tableti dei due comandanti e di alcuni ospiti.

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