Il caro energia mette in crisi le produzioni di piombo, zinco e acciaio in Sardegna, dove mancano misure compensative per ammortizzare i costi energetici troppo elevati: le aziende ad alto consumo fermano gli impianti e aprono la cig. A denunciarlo, l’autorevole quotidiano economico Il Sole 24 Ore.

In Sardegna il caso più significativo riguarda la Glencore che opera nel porto di Portovesme (nel Sulcis Iglesiente) che con la Portovesme srl produce piombo, zinco, oro, argento, rame e acido solforico. L’azienda ha avviato un piano di razionalizzazione per contenere i costi, attivando la cassa integrazione per 400 lavoratori diretti. A questi si aggiungono poi quelli degli appalti. Una scelta motivata dallo schizzare in alto dei costi energetici, passati Da una cifra che oscillava tra i 40 e i 50 euro a megawatt/ora, a cifre che oggi arrivano a 500 euro a megawatt/ora.

Per compensare il problema, la Regione non può giovarsi delle cosiddette misure compensative – la cosiddetta super interrompibilità da cui la Sardegna (come la Sicilia) è esclusa. L’inserimento del principio di insularità in Costituzione potrebbe aiutare, ma l’iter è molto lungo.

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