Domenica 25 settembre, in una sola giornata, milioni di elettori si recheranno alle urne per esprimere la propria preferenza politica. Si voterà dalle ore 7 alle 23, una volta chiusi i seggi inizierà immediatamente il conteggio dei voti. Sarà dunque una lunga notte di passione per tutti i partiti presenti nella competizione.

Verranno consegnate due schede elettorali: una gialla per il Senato e una rosa per la Camera. All’interno ci saranno vari rettangoli con i simboli dei partiti raggruppati per coalizione, affiancati da un elenco di nomi, quelli dei candidati.

Ma sulla base di quale legge elettorale si voterà? E come verranno ripartiti i seggi a seguito dei risultati?

Cos’è il Rosatellum?

Il Rosatellum, o Legge Rosato, è una legge elettorale ratificata il 3 novembre 2017. Porta il nome del suo relatore, Ettore Rosato, oggi parlamentare uscente di Italia Viva. Al tempo, il governo in carica era guidato dall’esponente del Partito Democratico Paolo Gentiloni.

Si tratta di una modalità di voto basata su un sistema misto: circa un terzo dei seggi parlamentari viene assegnato sulla base di collegi uninominali, e altri due terzi in collegi plurinominali. Ci sono delle eccezioni però. In Valle d’Aosta non sono previsti collegi plurinominali mentre per gli 8 deputati e i 4 senatori eletti nella circoscrizione estero è previsto un apposito sistema elettorale su base proporzionale.

Come funziona il Rosatellum?

Gli elettori esprimeranno due preferenze: una per la Camera e una per il Senato, ed entrambi varranno sia per il collegio uninominale e sia per il collegio plurinominale. I collegi uninominali vengono assegnati con metodo maggioritario: vince il seggio il candidato che prende un voto in più degli altri. I seggi dei collegi plurinominali invece si assegnano con metodo proporzionale, dunque vengono distribuiti tra i partiti in proporzione ai voti globali che hanno ottenuto.

I seggi saranno distribuiti in maniera differente: con sistema proporzionale saranno eletti 367 candidati su 600 di cui 245 alla Camera e 122 al Senato; con sistema maggioritario saranno eletti 221 candidati su 600 di cui 147 alla Camera e 74 al Senato; infine le circoscrizioni estere eleggeranno 12 parlamentari.

La legge prevede una soglia di sbarramento del 3%. Dunque un partito deve superare quella soglia per poter eleggere suoi rappresentati. I partiti che fanno parte di una coalizione invece dovranno superare l’1%. A seconda delle regioni e della relativa ripartizione dei collegi, la soglia può salire notevolmente al 10% o addirittura al 20%.

Come si vota, una volta entrati in cabina elettorale?

Per votare basta fare una X su ciascuna scheda. Si può scegliere di farla solo sul simbolo del partito che si vuole votare, sul nome del candidato all’uninominale oppure sull’elenco dei candidati al plurinominale.

E’ vietato dare una preferenza ad uno dei candidati del listino plurinominale, dato che si tratta di un listino “bloccato”. Così come è vietato operare un voto disgiunto visto che la scheda sarà unica e dunque non ci sarà la possibilità di esprimere una doppia preferenza.

Quanti rappresentanti verranno eletti in Sardegna?

I seggi sono in totale 16: sei sono quelli uninominali e dieci quelli plurinominali. In Sardegna sarà eletto un deputato ogni 149.033 abitanti e un senatore ogni 327.872 abitanti. La riduzione del numero dei parlamentari ha ridotto contestualmente la rappresentanza. In precedenza infatti la legge elettorale prevedeva l’assegnazione di ben 25 seggi.

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