Da qualche giorno Matteo Richetti, presidente del partito Azione, di cui è fondatore e leader Carlo Calenda, è al centro della bufera per un presunto caso di molestie. Tutto nasce dalla pubblicazione di un video sul sito Fanpage in cui una donna racconta di avere subito abusi sessuali e, seppur non menzionando mai Richetti, vengono mostrate delle conversazioni online in cui era possibile risalire alla foto profilo dell’account Facebook del senatore.

Il caso ha scaldato immediatamente la campagna elettorale e ha scatenato la bagarre su Twitter. A infiammare gli animi ci ha pensato, ancora una volta, la scrittrice Michela Murgia, che in un cinguettio ha scritto: “Se non denunci, ‘perché non hai denunciato?’ Se denunci, ma non immediatamente, ‘perché solo ora?’ Se denunci subito però ‘stai cercando pubblicità e soldi.’ Non serve l’immunità parlamentare, quella sociale funziona già benissimo. #Richetti”.

Non si è fatta attendere la risposta di Carlo Calenda, che ha replicato stizzito: “Non denuncia, è denunciata da un anno, rilascia un’intervista anonima a dieci gg dal voto. Sta compiendo una cosa che nei suoi libri definirebbe manganellare un innocente. Si chiama Fasciocomunismo. Richetti non ha immunità per questi reati. Studi prima di scrivere. Almeno questo”.

Azione ha diffuso una nota per difendere il senatore Matteo Richetti. “Da un anno il Senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine – si legge nella nota –. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il Senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura”.