La parodia dello spot della Regione che sta diventando virale sul web (autore Michele Fioraso)

Sul web targato quattro mori hanno iniziato a circolare all’impazzata i meme virali: la maschera da mamuthone subacqueo in vendita da Decathlon o il Gigante Gianni Chessa che solleva il governatore/mamuthone Christian Solinas per fargli contemplare, capelli al vento, il cielo stellato della Sardegna.

Il nuovissimo spot della Regione Sardegna un mondo Straordinario, che dovrà far conoscere la nostra isola in Europa e negli Stati Uniti, sta dividendo gli internauti sardi. C’è chi lo descrive alla stregua della ormai mitica corazzata Potemkin di fantozziana memoria, dedicandogli battute al vetriolo e meme scherzosi, c’è chi invece ne esalta la grande potenza evocativa.

E’ un dato di fatto però che a far notare la potenza evocativa della campagna promozionale curata dalla Digital Studio – che tra passaggi televisivi nazionali e internazionali costerà alle casse regionali ben 2 milioni e 400 mila euro – siano soprattutto i simpatizzanti del governatore e della sua giunta. Dall’altra parte della barricata si respira invece un po’ di scetticismo, soprattutto in merito alla parte iniziale del video di novanta secondi, quando un mamuthone subacqueo arrivato dal mare approda in una spiaggia dell’isola e, dopo aver cavalcato a pelo un quadrupede su un suggestivo altopiano sardo sul far della sera, incontra un altissimo Gigante di Mont’e Prama che – a mo’ di supereroe – lo solleva a contemplare il cielo stellato.

Un altro meme sullo spot della Regione (autore Maurizio Concas Nateri)

Ovviamente nessuno, né a sinistra né a destra, osa mettere in discussione la presenza della bellissima attrice cagliaritana Caterina Murino, splendida testimonial del video, ma c’è chi nel web sostiene che lo spot – che comunque punta molto sul mare (molto suggestive le immagini di Tavolara e del Pan di Zucchero – faccia un po’ il verso ad una sorta di fantarcheologia sarda che oggi va per la maggiore.

Inevitabile, poi, il confronto con lo spot Ichnusa del 2017.

“Si punta su mamuthone e Giganti di Monte Prama, trasformando il primo in uno spirito anfibio e il secondo in un supereroe, il tutto senza un filo di ironia  – scrive il filologo ed ex assessore Paolo Maninchedda – Pensiamoci bene. Quando si cita una maschera, si deve esser certi che la citazione venga compresa, tanto più se la si decontestualizza (dal carnevale ai fondali marini). Qui già matura un possibile confronto tra chi (spot Ichnusa 2017) sa che la comunicazione internazionale deve essere di facile comprensibilità e chi si affida a un sapere pregresso della cui diffusione (tutta locale o tra specialisti a livello internazionale) non si è ben sincerato. Il mamuthone subacqueo è incomprensibile. Lo spot Ichnusa connota il reale antichizzato con la musica e il linguaggio; lo spot della Regione non promuove il reale perché lo soffoca sotto la pretesa simbolica. Per questo, alla fine, lo spot regionale promuove sé stesso, non i mamuthones. Il momento nel quale il mamuthone si toglie la maschera e si svela come donna (molto enfatizzato nella presentazione della campagna) non ha alcun effetto straniante all’estero, ma solo in Sardegna. All’estero crederanno (forse) che in Sardegna c’è un mamuthone donna. Se si vuole stabilire una connessione tra lo “spirito dei luoghi” e i luoghi stessi (Tavolara) bisogna rendere esplicita la relazione che li lega, non affidarsi alla giustapposizione delle immagini”.

Molto più tagliente il commento del giornalista Mario Guerrini, assai critico con la Giunta Solinas nella sua rubrica su Fb “Il mio osservatorio”. “In questo spot dell’Assessorato al Turismo per diffondere il messaggio “Sardegna” c’è tutto l’Assessore cartonato. Costo 2 milioni e 400 mila euro. Tanto paga Pantalone. Cioè, noi. Ma è la rappresentazione dell’Isola che è banale e distorta – scrive Guerrini -. Con un chiaroscuro di luci che, a volte, deprime, con l’oscurità, gli effetti visivi. Uno spot più da Pro Loco che non dà respiro internazionale. E che scorda mitologie affascinanti. Per orripilanti trovate fantascientifiche. Anche “lo surf” sembra tirato per i capelli. Il paganesimo della pubblicità”.

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