Le elezioni politiche del 25 settembre sono andate in archivio. Abbiamo letto i risultati, le dichiarazioni dei principali protagonisti e le prospettive future per un governo di centrodestra. Ma com’è andato, davvero, il confronto elettorale?

Per capire meglio quello che è successo abbiamo chiesto a Marco Pignottidocente di storia politica all’Università di Cagliari e commentatore, da anni, delle elezioni politiche nazionali – di dare un quadro completo sui principali temi di quest ore.

Bassa affluenza in tutta Italia, perché?

Era un dato che avevo previsto, immaginavo che non avrebbe superato il 65%. Contrariamente a quanto pensavano alcuni politologi come Gianfranco Pasquino, che invece pensava che ci si sarebbe attestati sulle cifre della scorsa campagna elettorale, pronosticando addirittura un 75%. Un dato che secondo me era inverosimile. Una campagna elettorale dopo le vacanze non si era mai svolta. Era evidente ci sarebbe stato un calo. È stata una campagna di fatto quasi invisibile, non molto seguita. Il dato dunque è abbastanza conseguente. Erano elezioni importanti, tra le più importanti degli ultimi 50 anni. Il dato sarebbe dovuto essere più alto, ma visto il periodo era impossibile che ciò accadesse.

La vittoria della Meloni è la vittoria della Destra

La vittoria della Meloni non ha sorpreso nessuno. Si è confermata nelle dimensioni previste alla vigilia. Di fatto però il centrodestra non esiste, esiste la destra. Ha vinto la destra. Il centro nel centrodestra ha perso in maniera drammatica. Di fatto in queste elezioni ha vinto il partito di Giorgia Meloni. Lo sottolineo: non Fratelli d’Italia, ma proprio il partito di Giorgia Meloni. La leader che ha identificato se stessa con la destra. È un successo del tutto riconducibile ad una sola persona.

Tra Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico chi ci ha guadagnato?

Forse solo il Movimento 5 Stelle, tra i vari partiti, ha saputo migliorare rispetto alle previsioni, dimostrando di essere vitale. Si sta evolvendo. Dopo tutto Conte ha avuto un ruolo di governo, ha gestito una pandemia. Tutto sommato non è stato il Di Maio o il Di Battista della situazione. Comunque è una persona preparata. Non ha vinto ma non ha neanche perso. Tutti gli altri hanno perso in maniera clamorosa. Il Pd è andato alla ricerca di una schizofrenica identità che non ha. Alla fine non si è alleato né coi 5 Stelle e né con il Terzo Polo, si è consegnato alla sconfitta. Deve capire un po’ la sua anima. Se quella moderata o quella più riformista e progressista. Doveva prendere una decisione più netta rispetto alla decisione presa in questa campagna elettorale, dove di fatto è andato da solo.

Il Terzo Polo invece non ha “sfondato”

Il Polo di centro è molto virtuale, ecco perché non ha funzionato. Se si fossero uniti Calenda, Renzi e Berlusconi, avrebbero ottenuto almeno il 15%. Però sono tre figure antitetiche e questo dimostra un centrismo fatto di protagonismo, di una leaderizzazione modesta. Renzi è consegnato al fallimento, Calenda è il “nuovo” esponente di centro che si illude di poter creare un punto di aggregazione. Di fatto la politica è molto polarizzata, era difficile potessero fare qualcosa di rilevante.

Che peso hanno Forza Italia e Lega nella coalizione di centrodestra?

La vittoria della Meloni è inconfutabile. Se la coalizione di destra-centro mantiene il patto pre-elettorale, la Meloni diventerà il presidente del consiglio mentre Salvini e Berlusconi saranno i suoi umili servitori. Salvini è quello che è crollato più di tutti. Non so quante richieste potrà accampare. Forza Italia è un partito di nostalgici, si accontenteranno, al massimo potranno limitare alcune asperità di Fratelli d’Italia che – nonostante la vittoria – non ha un consenso internazionale, c’è molta diffidenza. Sarà comunque un governo dominato dalla Meloni. In questo caso, il rischio per Salvini è quello di scomparire.

Quanto potrebbe durare un governo a guida Meloni?

Da subito si vedrà quanto la luna di miele durerà. La Meloni si dovrà confrontare immediatamente con problemi giganteschi. Il PNRR in parte è stato messo in sicurezza da Draghi. La legge di bilancio deve essere approvata al più presto e sarà già un primo scoglio importante, perché comunque ci saranno delle ricette di politica economica che registreranno delle fibrillazioni, con Salvini pronto a forti distrazioni di bilancio in favore delle micro imprese e degli artigiani. Farà richieste consistenti. Questo sarà un primo momento di verifica per la maggioranza che formalmente ha vinto le elezioni, ma sostanzialmente non le ha vinte in maniera uniforme. Le ha vinte solo un socio della coalizione. Nel breve periodo non comporterà dei drammatici conflitti, però nel medio periodo potrebbe creare fibrillazioni piuttosto consistenti.

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