Alessio Marras, 23enne di Pabillonis, è stato premiato a Palazzo Montecitorio come uno dei mille migliori studenti italiani. Gli è stato conferito il premio “America Giovani” e riconosciuta una borsa di studio per il Master in Leadership per le relazioni internazionali e il Made in Italy, corso di alta formazione inserito nel programma accademico UNAI (United Nations Academic Impact) delle Nazioni Unite.

Sei stato premiato come uno dei migliori neolaureati d’Italia: di cosa parla la tua tesi e che percorso universitario hai fatto per arrivare al 110 e lode?

Mi sono laureato in Lingue e Culture per la Mediazione Linguistica, presso l’Università degli Studi di Cagliari, con una tesi dal titolo “African-American Vernacular English e hip hop: analisi sociolinguistica del Southern rap”, seguito dalla professoressa Daniela Francesca Virdis in qualità di relatrice. Nello specifico, la tesi affronta da un punto di vista sociolinguistico, diacronico e sincronico l’inglese afroamericano vernacolare, ovvero la varietà dell’inglese americano parlato dagli afroamericani degli Stati Uniti d’America, servendosi di un corpus di testi di alcune tra le più importanti canzoni Southern rap (pubblicate in un periodo tra il 1995 e il 2006 ivi compresi), con l’obiettivo di individuarne punti in comune e quanto fosse radicato tra i rapper del Sud del paese.

Spieghiamo ai lettori che cos’è il premio America Giovani e quando hai saputo di esser stato scelto

Il Premio America Giovani è un riconoscimento che viene ai migliori neolaureati d’Italia, sulla base del loro percorso universitario di eccellenza. Viene assegnato dalla Fondazione Italia USA, un’associazione senza scopo di lucro il cui obiettivo è quello di promuovere l’amicizia tra Italia e Stati Uniti, tramite un complesso algoritmo e non sono accettate candidature né è possibile segnalare altri studenti. Ciò si deve alla natura puramente meritocratica del premio stesso e ai valori fondanti della fondazione, decidendo quindi che siano solo i risultati ottenuti dagli studenti a decretare il tutto. Ed è proprio per questo motivo che ricevere in piena estate una comunicazione di questo calibro nella mia casella postale, normalmente intervallata da e-mail relative a esami e poco altro, è stata una soddisfazione unica.

Com’è stata quella giornata? Quali le tue emozioni e quali le curiosità di un posto visto come molto “distante” dal popolo?

Sarebbe difficile descrivere a parole quella giornata e la cerimonia stessa. Ho realizzato ciò che stava succedendo solamente una volta essermi seduto nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, un luogo che fino a quel momento avevo solamente visto nei telegiornali. Sicuramente però tutte le emozioni provate sono state altamente positive e aver avuto la possibilità di rappresentare Pabillonis, il mio comune, in un luogo istituzionale per me è stato un orgoglio. Lo sottolineo maggiormente perché molti giovani non si sentono rappresentati dalle istituzioni e vedere che non solo le stesse si interessano al loro percorso, ma addirittura danno loro dei riconoscimenti potrebbe essere una chiave per invertire la rotta. Non a caso, infatti, durante la premiazione la parola più ricorrente è stata, per l’appunto, meritocrazia.

Ti è stata riconosciuta una borsa di studio per il Master in Leadership per le relazioni internazionali e il Made in Italy. Puoi farci capire che cos’è e quale sarà il tuo percorso da qui in avanti?

La borsa di studio a copertura totale mi ha dato la possibilità di seguire il Master in Leadership per le relazioni internazionali e il Made in Italy, un corso di alta formazione inserito nel programma accademico UNAI (United Nations Academic Impact) delle Nazioni Unite. Il programma del corso, con docenti di rilevanza internazionale, verte su argomenti quali le relazioni internazionali, la promozione dei prodotti dal marchio “made in Italy”, marketing ma anche nuovi media. Insomma, una formazione a tutto tondo per introdurre gli studenti al mondo delle relazioni internazionali in qualità di leader. La direttrice del master è la professoressa Stefania Giannini, attuale vicedirettrice dell’UNESCO, nonché ex rettrice dell’Università per stranieri di Perugia ma soprattutto ex Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca dal 2014 al 2016. Grazie al master, avrò la possibilità di approfondire le relazioni internazionali anche da un punto di vista accademico, sebbene io attualmente frequenti la laurea specialistica in Interpretazione di Conferenza, che rappresenta la base di tutto ciò. Per quanto riguarda il futuro, mi piacerebbe formarmi ulteriormente nel campo delle relazioni internazionali con l’obiettivo, un domani, di lavorare come interprete o come ambasciatore presso le istituzioni italiane o europee.

A chi devi dire grazie per l’obiettivo raggiunto?

In primo luogo, devo ringraziare i miei genitori, perché è un riconoscimento che arriva da lontano, da quando mi hanno fatto comprendere che studiare è la chiave principale per comprendere il mondo e per poterlo migliorare, e questo premio va a ripagare i loro sacrifici. Mi sento di affermare che il premio è anche loro. Dall’altra parte, c’è stata anche tanta tenacia da parte mia, soprattutto nei momenti più complicati, con la crisi pandemica tra essi, nel non voler mollare mai e perseguire un fine più grande.

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