Finalmente una buona notizia da un mondo del lavoro che in Sardegna sembra fatto quasi esclusivamente di disoccupazione e precarietà. Sono stati finalmente stabilizzati da Tiscali, azienda guidata dall’amministratore delegato Davide Rota, 36 lavoratori precari interessati all’internalizzazione dell’appalto della commessa di Customer Care. Alcuni di loro sono passati negli anni da un’azienda all’altra ricominciando ogni volta da zero come inquadramento e come anzianità aziendale. Fino a quando finalmente lo scorso 30 settembre, grazie all’apporto decisivo della Uilcom Sardegna, presso la sede di Tiscali a Sa Illetta si sono svolte le conciliazioni che hanno portato alla loro stabilizzazione.

“Siamo orgogliosi nel dire che la nostra Organizzazione Sindacale, che da sempre tutela anche questi lavoratori spesso vittime di continue cessioni, ha raggiunto un importante risultato agevolando il passaggio di questi lavoratori dentro l’azienda Tiscali”, spiega il segretario generale della Uilcom Sardegna Tonino Ortega. “Il precariato che da tempo ormai affligge anche il settore delle telecomunicazioni, la gestione degli outsourcer spesso improvvisata e i lavoratori considerati dal committente come “estranei, figli minori” quando in realtà lavorano sulla stessa linea dei lavoratori interni – aggiunge – deve lasciare spazio alla continuità lavorativa e deve consentire ad ogni lavoratore di guardare al futuro con maggiore serenità”.

Il lavoro nei call center, uno dei settori maggiormente rappresentati dalla Uilcom sarda, è emblematico della situazione lavorativa in cui versano tanti lavoratori sardi, per lo più giovani. Si tratta infatti di un settore caratterizzato da tante tipologie contrattuali (addirittura 21 contratti di cui solo uno a tempo indeterminato), dove il lavoro è precario, frammentato e vulnerabile.

Ecco perché questa stabilizzazione, avvenuta nell’azienda dopo la rivoluzione dello scorso agosto che ha portato alla fusione per incorporazione tra Tiscali e Linkem, viene salutata come un segnale molto positivo dalla Uilcom.

“Solitamente il lavoratore precario del Call Center è obbligato a vivere esclusivamente il presente perché non può costruire, investire o ipotecare nulla del suo domani, imbalsamato fino al giorno della scadenza del contratto, unica certezza nel suo futuro – evidenzia Ortega -. Noi saremo sempre dalla parte di chi disperatamente prova a sfuggire ad un destino di precariato e, come Uilcom, speriamo che l’operazione fatta da Tiscali in Sardegna nell’internalizzare questi 36 lavoratori possa essere d’esempio per tutte le aziende d’Italia: in questo modo abbiamo restituito dignità lavorativa a 36 famiglie”.

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