La Regione chiarisca la situazione del servizio sanitario all’interno della Casa circondariale di Uta. Lo chiede un’interrogazione rivolta al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu dal gruppo Liberi e Uguali Sardigna – Articolo 1 – Demos – Possibile.

“Giungono segnalazioni di una possibile riduzione o addirittura soppressione del servizio dei medici e operatori del 118, garantito finora per l’intera giornata” spiega la consigliera e prima firmataria Laura Caddeo, “una circostanza che metterebbe a rischio la salute e la sicurezza dei detenuti e degli operatori penitenziari, in una struttura dove aumentano tentativi di suicidio e autolesionismo oltre che le patologie anche gravi, soprattutto psichiatriche”.

La casa circondariale di Uta ospita 600 detenuti e circa 350 tra agenti di polizia penitenziaria, amministrativi e educatori. A fronte di questo gran numero di persone presenti nella struttura, il servizio sanitario del carcere risulterebbe sottodimensionato.

Infatti, sono in servizio 12 medici di medicina di base che svolgono l’attività con un orario proporzionale all’attività svolta all’esterno e 15 medici di medicina d’urgenza che fanno capo all’Areus e operano fuori dall’orario di servizio per 10 ore, alternandosi nell’arco delle 24 ore.

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it