“La fretta del governo nel voler approvare il nuovo Codice dei Contratti mette a rischio la qualità progettuale dei lavori non rendendo il giusto servizio alla comunità”. Michele Casciu, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Cagliari e provincia, spiega perché anche l’ente cagliaritano è firmatario, insieme ad altri 102 (su 105) ordini territoriali, della lettera aperta inviata alla presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e pubblicata oggi dal Corriere della Sera.

“Siamo molto preoccupati perché le novità introdotte dall’Esecutivo vanno nella direzione contraria alla qualità della progettazione, segnando un cattivo ritorno al passato su alcuni temi strategici – prosegue Casciu -. Siamo impegnati da anni nel tentativo di far nascere all’interno delle pubbliche amministrazioni la Commissione di Qualità, strumento previsto dal legislatore, ma introdotto solo in minima parte. Come Ordine di Cagliari e Provincia abbiamo avviato delle interlocuzioni con alcune amministrazioni locali e speriamo che sempre più Comuni siano interessati a creare la Commissione. Ma il nuovo Codice varato il 16 dicembre è un passo indietro sotto questo profilo”.

Oltre al ridimensionamento dell’affidamento dei servizi di progettazione attraverso i concorsi in due fasi, sono in particolare tre gli elementi che destano le preoccupazioni degli architetti.

Sparisce la centralità del progetto dai processi di trasformazione del territorio. La fase della progettazione è fondamentale all’interno del processo, non basta accelerare le procedure, ma occorre che le diverse fasi rispondano ad un obiettivo primario, cioè quello di raggiungere la qualità dell’opera in coerenza con gli obiettivi europei.

In secondo luogo la riduzione dei livelli di progettazione con la reintroduzione “dell’appalto integrato”: “Avevamo scongiurato questo sistema che ora ritorna. Non è la giusta soluzione per accorciare i tempi burocratici, anche perché l’esperienza ci racconta, che con l’appalto integrato aumentano notevolmente i ricorsi in tribunale, rallentando la pratica”, continua Casciu.

E ancora, con il calcolo delle competenze professionali, vi è un ritorno al passato perché non vi è traccia del ‘Decreto Parametri’ (DM 17 giugno 2016) che dovrebbe essere lo strumento principale di riferimento per il calcolo delle competenze nell’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria e che andrebbe aggiornato così come previsto dalla normativa vigente.

Nella nota inviata a Meloni, gli architetti chiedono dunque al Governo un ripensamento e si rendono disponibili al confronto: “Un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani. La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta e inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene e il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità”.

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