Da qualche giorno è tornato alla ribalta l’espressione “lipstick effect” o “effetto rossetto”. Il termine viene utilizzato dagli analisti economici per indicare un sintomo della crisi economica.

L’aumento della vendita di prodotti make-up, infatti, sarebbe un brutto segno per gli economisti tedeschi perché in tempi di crisi si scopre che le donne si precipitano nelle profumerie e fanno incetta di rossetti, smalti e creme. Ma non c’è niente di positivo in tutto questo.

Secondo il Tagesspiegel la spiegazione è molto semplice: “Chi non riesce a comprarsi un auto o una casa, si concede un piccolo lusso nella vita quotidiana: gli uomini comprano più profumi, le donne più spesso un rossetto”.

Tutto confermato dai dati: nel 2022 la vendita di cosmetici in Germania è letteralmente esplosa del 16%, rende noto l’associazione del settore. I rossetti venduti negli ultimi dodici mesi sono schizzati a otto milioni, dai sei del 2021.

Lo stesso identico fenomeno si era verificato durante il primo anno della grande crisi finanziaria: quando nel 2009 l’economia tedesca precipitò del 5%, la vendita di rossetti esplose. Stessa cosa anche dopo l’attentato alle Torri gemelle del 2001.

C’è però chi propone un’analisi alternativa. Yvonne Wutzler, capa del marketing di Cosnova, sottolinea che “i numeri record del 2022 sono da attribuire in parte alla fine delle restrizioni della pandemia”. Con la scomparsa della mascherina, le donne hanno iniziato nuovamente a indossare il rossetto, per due anni reso inutile dai dispositivo di protezione.

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