Il manto bianco che nelle ultimi giorni ha ricoperto la Sardegna e che si spera possa restare ancora per parecchie settimane nelle zone interne, non ha portato solo disagi alla viabilità e alle popolazioni locali ma, grazie all’imponente afflusso di appassionati da ogni angolo della regione, ha consentito di ravvivare quell’economia legata alla montagna, e al turismo, troppo spesso sottovalutata e relegata ad attività di serie B.

Attorno alle località montane o collinari di tutta l’Isola, infatti, vi è un elevato numero di piccole imprese artigiane, con altrettante figure professionali, che operano nei più svariati settori. Tantissime sono, infatti, quelle che, oltre all’alloggio e alla ristorazione, svolgono attività nei trasporti, nei servizi culturali e nello svago, nell’attività di manutenzione dei mezzi e degli immobili, nella vendita di abbigliamento e attrezzature, nella realizzazione e
commercializzazione dell’artigianato tradizionale locale e dei prodotti dell’enogastronomia tradizionale senza contare il numeroso indotto di supporto e, non per ultimo, l’importante gettito economico che affluisce nelle sempre più asfittiche casse delle Amministrazioni Comunali.

Sono ben 318 i comuni montani, e parzialmente montani, della Sardegna, i cui abitanti superano le 835mila unità, che ospitano oltre 104mila imprese, di cui quasi 26mila artigiane, con oltre 61mila addetti. Più di 11mila aziende sono situate in territori parzialmente pianeggianti, 13mila in collina e solo 1.200 in montagna. Il valore aggiunto delle produzioni supera gli 11miliardi, con un valore aggiunto per addetto di 34mila euro.

Sono questi i dati sull’Isola elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, attraverso il Rapporto “Imprese e artigianato in comuni montani e aree interne della Sardegna”, che ha analizzato la struttura e la dinamica delle imprese artigiane nei comuni montani e nelle aree interne dell’isola, attraverso l’elaborazione dei dati ISTAT.

Secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato, la piccola impresa e l’artigianato rappresentano il motore dell’Italia, costituendo oltre il 94% della forza produttiva nel nostro Paese. Giocano, quindi, un ruolo chiave, soprattutto nei comuni
montani e collinari, nei quali i piccoli imprenditori costituiscono un freno allo spopolamento che affligge le realtà più distanti dalle principali vie di comunicazione, garantendo servizi e, in molti casi, anche occupazione.

“Il pericolo è che i piccoli comuni divengano mere città dormitorio, se non, addirittura, destinati al declino – evidenzia l’associazione artigiana  – vittime della lenta emorragia che porta le famiglie a trasferirsi in pianura. Il legame con la terra d’origine merita di essere preservato; il territorio ha tradizioni, cultura, storia e tipicità produttive che devono essere tutelate e valorizzate”.

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