Non aveva fatto riparare un furgone, guasto da alcuni giorni, che veniva utilizzato abitualmente per raggiungere l’ovile. E’ stata questa la causa del litigio, ultimo di una lunga serie, che ha portato all’omicidio di Giorgio Pittalis, il 61enne di Bitti ucciso a martellate dal fratello Giuseppe, di 55 anni.

L’uomo ha confessato durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros di aver ucciso il fratello dopo un’accesa discussione avvenuta venerdì mattina, quando come tutti i giorni i due si erano recati nella loro azienda agricola, in località Sa ‘e Lussu, per mungere le pecore.

Secondo la ricostruzione data da Giuseppe Pittalis, il fratello Giorgio, nonostante molteplici richieste, non si sarebbe attivato per riparare il furgoncino che i due utilizzavano quotidianamente per raggiungere l’azienda dove gestivano un gregge di quasi mille pecore. L’inerzia di Giorgio Pittalis stava costringendo i due a chiedere continuamente favori ad amici e conoscenti per andare al lavoro.

Da qui la scintilla che ha acceso la lite. Giuseppe ha raccontato di aver reagito dopo aver ricevuto uno spintone, dal fratello: a quel punto avrebbe afferrato un martello e colpito Giorgio più volte alla testa, accorgendosi immediatamente di averlo ucciso.

Tornato a casa per cambiarsi, l’uomo ha raccontato di essersi recato in banca per versare alcuni assegni e di essere passato al bar a prendere un caffè. Il primo a ricevere la confessione è statoil sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che subito dopo lo ha accompagnato alla caserma dei carabinieri, dove Giuseppe Pittalis si è costituito.

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