L’ultimo contratto di locazione è del 2019 e scadrà il prossimo settembre. Poi il futuro degli studenti del Liceo Scientifico Alberti di Cagliari, il terzo liceo scientifico della Sardegna, è avvolto nella nebbia. Per questo un comitato spontaneo di circa duemila persone – tra docenti, studenti, genitori e personale Ata – si sono mobilitate per salvare pronte a mobilitarsi per il futuro dell’istituto che lo scorso anno ha festeggiato i sui 50 anni.

“L’Alberti non si sposta” “SOS Save our school” si leggeva nei cartelli di chi questa mattina ha manifestato nel lungomare di Su Siccu per richiedere una finalmente una sede definitiva ed adeguata per la scuola cagliaritana.

Nei giorni scorsi è stata anche inviata una lettera al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che replica alle recenti dichiarazioni dell’esponente del Governo Meloni sulle scuole “confortevoli, accoglienti, sostenibili”.

Nella lettera in cui racconta la storia del prestigioso istituto, terzo in Sardegna per qualità nelle graduatorie della Fondazione Agnelli e gettonato liceo linguistico, il Comitato spontaneo evidenzia i tanti problemi strutturali dell’edificio di viale Colombo, unica sede dell’Alberti dal 1972, concessa in affitto dall’Autorità portuale con un contratto che scadrà a settembre 2023 e che per ora non sembra rientrare nei piani di rilancio dell’area portuale.

L’edificio che ospita il liceo è infatti un bene demaniale oggi in parte inagibile, ma con enormi potenzialità turistiche. Dunque, il Liceo Alberti dal prossimo settembre rischia di non esistere più e questo fatto lascia docenti, studenti e famiglie nella totale incertezza.

“Oggi non c’è alcun progetto concreto per il Liceo Alberti di Cagliari – si legge nella lettera al ministro -:  quando la nostra “sede” verrà destinata ad altro, noi verremo dislocati in extremis ove forse i nostri studenti, i pendolari in particolare (che rappresentano il 60% degli studenti dell’Alberti, ndr), non potranno arrivare se non con grande dispendio di carburante, tempo, denaro”.

Ecco dunque la richiesta. “una scuola vera, sicura, adatta a chi la vive.Un edificio definitivo e degno che possibilmente contenga tutti e non ostacoli i tanti pendolari frantumando e disperdendo in zone disagevoli il loro diritto allo studio”.

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