Per gli amanti del wrestling, Wrestlemania è lo spettacolo sportivo più atteso dell’anno. Dove alcuni tra i più grandi della disciplina si confrontano in due serate dalle mille emozioni.

Nicolò Murru è un appassionato cagliaritano che quest’anno ha deciso di togliersi la soddisfazione. Diversi mesi fa ha comprato i biglietti e quest’anno è volato a Los Angeles per assistere a “Wrestlemania goes to Hollywood”.

È tornato dagli States con un bagaglio di esperienze uniche, che ci ha raccontato.

Quando cominci ad appassionarti al wrestling e perché?

Ho iniziato ad appassionarmi al wrestling nel lontano 2004, quando a soli 5 anni accendevo la tv su Italia 1 per SmackDown e mi ci sedevo davanti sino alla fine. L’anno dopo, avendo un abbonamento a Sky, ho iniziato a seguire anche Raw e poi, sporadicamente, i miei mi permettevano di acquistare un ppv da Sky Primafila (ricordo un Armageddon 2005 per esempio). Ho iniziato un po’ random a seguirlo, ero affascinato dalla pubblicità e dalla rilevanza che aveva in Italia all’epoca (album di figurine, spot in tv ecc.). 

Quando hai deciso di andare a Wrestlemania? Eri da solo o in compagnia?

Ho deciso di andare a Wrestlemania fondamentalmente da quando ero piccolo. Mi attirava il viaggio negli Stati Uniti e, soprattutto, l’idea di vedere l’evento più importante dell’anno di uno dei miei sport preferiti dal vivo. Concretamente, l’ho deciso nel 2019, quando venne fatto inizialmente l’annuncio di una Wrestlemania a Los Angeles (con data iniziale nel 2021). Visto che visitare LA, da amante del cinema, era un altro dei miei sogni. In seguito alla pandemia, lo show è stato spostato al 2023, permettendomi di avere più tempo per mettere soldi da parte e consentirmi di sfruttare i vari regali di laurea per il viaggio. Una volta raggiunto un certo budget, mi son messo d’accordo con altri 3 miei amici di lunga data (conosciuti tramite gruppi whatsapp dedicati al wrestling) per partire insieme. 

Quali città hai visto e che esperienze hai vissuto?

Abbiamo visitato Los Angeles e Las Vegas, con una piccola tappa nell’Arizona per il Grand Canyon. Le esperienze son state veramente troppe: Universal Studios, Paramount Studios, Warner Bros Studios, osservatorio Griffith, Hollywood Sign, Academy Museum, partita di NBA, Santa Monica, Venice Beach e altre. 

Com’è stato vivere un evento mondiale dal vivo?

Vivere un evento mondiale dal vivo è stato incredibile. Ma soprattutto l’atmosfera che si sentiva per la città durante il weekend è stata ineguagliabile. 81 mila persone che, come me, vivono il wrestling h24 unite per rendere uno show memorabile con il nostro tifo è stato bellissimo. Le due serate mi son piaciute abbastanza (più la prima della seconda onestamente), le quasi 8 ore totali di evento non le ho minimamente sentite, anzi, son stati due show godibilissimi e divertenti.

Come sono gli americani? Hai qualche aneddoto da raccontare?

Gli americani mi hanno ricordato per certi versi gli italiani, molto cordiali e socievoli, soprattutto in ambito sociale e ovunque per la città. Purtroppo, non abbiamo incontrato celebrità, tranne qualche wrestler WWE e delle federazioni indipendenti.

Cosa ti lascia questa esperienza?

Ho avuto modo di incontrare una quarantina di wrestler, sia WWE che indipendenti. I wrestler WWE principalmente nel loro albergo a Downtown (JW Marriot) dove no, non sono andato a stalkerarli ma anzi, stavo al bar come ospite di un altro nostro amico italiano che aveva prenotato una stanza proprio nel loro albergo con la moglie. Per i wrestler che ho intercettato, nulla da dire, tutti molto simpatici e disponibili a fare una foto o spendere due parole. A memoria: Bron Breakker, Andrade, JBL, Karrion Kross, Austin Theory e Nikkita Lyons. Delle indipendenti, ho incontrato letteralmente chiunque: Janela, Deppen, Blake Christian, Mike Bailey, Kazarian, Sabin, Swann, PCO, RVD, FTR, Chavo, Morrison, Chris Hero e tanti altri. L’esperienza generale mi lascia sicuramente tanta altra voglia di replicare ogni anno in qualsiasi città, soprattutto per Wrestlemania. Infatti, ora come ora sto organizzando una trasferta sia per Money in the Bank che per All In a Londra.

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