Lo sciopero dei lavoratori WindTre che stamattina, in concomitanza con iniziative simili in tutta Italia, si sono dati appuntamento sotto la sede dell’azienda in piazza Deffenu a Cagliari, è il primo passo verso una mobilitazione del settore Telecomunicazioni che sfocerà nello sciopero generale unitario proclamato dalle categorie il 6 giugno.

In Sardegna sarebbero trecento i posti di lavoro in bilico se si concretizzasse il progetto annunciato dall’azienda, che prevede di creare due società distinte, una per la rete e una per i servizi.

“A distanza di poco più di 5 anni ci troviamo nuovamente a contrastare l’ennesimo tentativo di divisione dell’azienda e dei lavoratori”, ha dichiarato Marianna Stara, RSU Uilcom in WindTre. “Avevamo ragione all’epoca ed abbiamo ragione oggi nel dire che queste separazioni creano solo danni e disoccupazione nel medio/lungo periodo”.

“E’ un’operazione di cortissimo respiro”, ha aggiunto Alessandro Randaccio della Slc Cgil sottolineando che “a farne le spese saranno le lavoratrici e i lavoratori oltre alla stessa qualità dei servizi”.

Il sindacato chiede la convocazione di un confronto al ministero delle imprese e del Made in Italy, “per discutere di WindTre – spiega Randaccio – ma anche della più generale crisi che coinvolge il settore delle Telecomunicazioni, in bilico tra gli effetti della concorrenza e la necessità di ingenti investimenti in un comparto importantissimo e strategico, per la Sardegna, per il Paese”.

L’iniziativa di oggi si inserisce nella crisi complessiva che coinvolge il settore delle Telecomunicazioni che, ha spiegato il segretario generale della Uilcom Sardegna Tonino Ortega, “è ormai caratterizzato da diversi anni dal continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, perdite importanti di professionalità e blocco totale del ricambio generazionale. Le uniche ricette messe in campo dalle principali aziende del Settore, al fine di gestire un mercato che sta implodendo, sono state quelle di ricorrere alla divisione delle aziende stesse ed a scelte che pesano solamente sulle spalle dei lavoratori”.

Al presidio a Cagliari è intervenuto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante in rappresentanza anche di Cisl e Uil regionali.

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