La spiaggia di Cala Luna, perla del Golfo di Orosei, è stata completamente sommersa dall’acqua dopo le forti e intense piogge di ieri.
Video e foto, tra cui quella di Luigi Fancello che l’ha gentilmente concessa al nostro giornale, fanno il giro del web e nelle chat tra parenti, amici e conoscenti, tutti molto preoccupati per l’ondata di maltempo che ha investito l’area del Nuorese.
C’è anche chi scrive che il violento acquazzone potrebbe rovinare e cancellare per sempre la spiaggia mozzafiato, meta di milioni di turisti che ogni anno visitano uno dei paesaggi più affascinanti della Sardegna.
A rispondere alle preoccupazioni, però, è il geografo Matteo Cara che sulla sua pagina Facebook ripubblica un suo post del 2020 in cui spiega cosa è accaduto a Cala Luna, con una foto scattata nel 2004 da Aldo Nieddu, tra gli esperti divulgatori di questo territorio.
“La spiaggia di Cala Luna – scrive il geografo – è il risultato del costante trasporto di sedimenti da parte della sua Codula, lunga oltre venti km, le cui acque alimentano uno dei maggiori complessi carsici italiani e in regime di piena riprendono il letto del fiume, altrimenti asciutto, giungendo fino al mare. Proprio quest’ultimo rimodella poi il cordone litoraneo configurando la spiaggia, il piccolo stagno retrodunale e l’allungarsi del cordone stesso in direzione dei grottoni a nord”.
“È un meccanismo millenario – continua Cara – che plasma ogni anno il bell’arenile a forma di mezzaluna e che si ripete periodicamente. In questi giorni girano allarmanti immagini della spiaggia distrutta, eppure, come testimonia questa foto, i processi naturali restituiranno questo gioiello come hanno sempre fatto, concedendola magari alla indegna gestione turistica che abbiamo visto quest’estate, con i natanti che sbarcavano direttamente in spiaggia”.
Il riferimento, ovviamente, è all’anno in cui non erano ancora entrare a regime le nuove regolamentazioni per gli accessi limitati in spiaggia.
Oggi, invece, la Sardegna sembra guardare al futuro e tante spiagge che negli anni hanno visto un sovraffollamento da parte di turisti e residenti in vacanza, hanno trovato la strada del “numero ristretto” per preservare i nostri paesaggi spettacolari.
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