L’ostruzione delle coronarie può essere la causa di un infarto e determinare il rischio di un arresto cardiaco. Per contrastare questa patologia, che in Sardegna ha un’alta incidenza, un ruolo di grande importanza lo svolge la prevenzione. Un’attività, soprattutto nell’ambito della prevenzione secondaria, alla quale nell’ultimo anno si è dedicata la Cardiologia dell’Aou di Sassari.

La struttura complessa diretta dal professor Gavino Casu, grazie al progetto “Prevenzione secondaria ed ottimizzazione della gestione ambulatoriale dei pazienti affetti da cardiopatia cronica”, ha realizzato oltre mille nuove visite,nell’ambulatorio aperto a gennaio 2022 al primo piano del Santissima Annunziata.

L’attività è stata finanziata dalla Amgen srl che aveva risposto alla manifestazione di interesse avviata dall’Aou di Sassari per la ricerca di uno sponsor del progetto.

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nella popolazione e, dal punto di vista epidemiologico, interessano tutta la popolazione italiana. In particolare, la popolazione della Sardegna, sia per le caratteristiche anagrafiche sia per la particolare incidenza di diabete e ipercolesterolemia familiare, presenta noti fattori di rischio cardiovascolare.

Si intuisce quindi il rilievo di un’azione di prevenzione secondaria come quella portata avanti dalla struttura diretta dal professor Casu.

«Quella svolta con il progetto è stata un’attività importante – afferma il direttore della Cardiologia – perché ci ha consentito di “catturare” una serie di pazienti a rischio, in parte dopo il loro arrivo in reparto per un intervento alle coronarie, in parte arrivati dal territorio a seguito di visite specialistiche».

Svolge quindi un ruolo importante anche la rete di specialisti che coinvolge i medici della Cardiologia dell’Aou con gli specialisti ambulatoriali del territorio, in particolare cardiologi e diabetologi.

Ad essere “arruolati” sono stati pazienti di età compresa tra i 30 e 80 anni, dopo la dimissione per sindrome coronarica acuta con elevati valori di colesterolemia non controllabili con i trattamenti farmacologici tradizionali (statine ed Ezetimibe). La maggior parte di questi pazienti ha, infatti, forme di ipercolesterolemia familiare.

«Questa patologia ha un’incidenza elevata nella nostra isola – prosegue Casu – sia tra le forme di tipo familiare, ereditarie, sia tra quelle poligeniche che sono imputabili a un’azione combinata di più geni mutati e fattori ambientali».

Tra i maggiori fattori di rischio che possono causare la cardiopatia cronica si possono ricordare: l’ipertensione arteriosa, alti livelli di colesterolo LDL, il diabete, l’obesità e ancora, il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, la sedentarietà e l’alimentazione ricca di grassi.

«Sono fattori che – spiega ancora Gavino Casu – possono determinare la comparsa di placche aterosclerotiche che fanno perdere la giusta elasticità alle pareti delle arterie. Placche che non consentono più al sangue di circolare in maniera naturale, con tutte le conseguenze che possono derivare».

Ecco allora che se da una parte, con la prevenzione primaria – basata su una sana ed equilibrata alimentazione, sull’attività fisica svolta regolarmente, sul controllo del peso e sull’eliminazione dei fattori di rischio – è possibile contrastare la patologia, dall’altra parte, la prevenzione secondaria è una assoluta priorità.

In quest’ultimo caso importanti diventano le terapie farmacologiche che, necessariamente, dovranno associarsi alla modificazione dei fattori di rischio cardiovascolari, compreso lo stile di vita.

L’ambulatorio è attivo 5 giorni alla settimana e, oltre ai pazienti dimessi dal reparto di cardiologia, accetta pazienti con severe ipercolesterolemie individuati negli ambulatori di cardiologia territoriale e negli ambulatori di diabetologia.

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