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Presentata al Ministero della Cultura la bozza preliminare del dossier elaborato con l’obiettivo di far entrare i monumenti della civiltà nuragica nella lista dei Beni Patrimonio Mondiale Unesco. Il lavoro, basato sullo studio di 32 siti, è durato più di due anni. Anche di questo decisivo passo avanti si è parlato nella sala conferenze dell’ex Manifattura, a Cagliari, nel corso del convegno “Sardegna Isola dei nuraghi. Sviluppo territoriale partecipato”.

“Trentadue comuni che in realtà sono 377 perché l’impegno per la valorizzazione dei siti nuragici riguarda l’intero territorio regionale. L’immenso patrimonio che fa della Sardegna un museo a cielo aperto – ha detto Pierpaolo Vargiu, presidente dell’associazione “La Sardegna verso l’Unesco”- rappresenta il principale asset di sviluppo sostenibile che abbiamo e che porterà crescita, occupazione, piani di sviluppo”.

In campo, anche il Consiglio delle autonomie locali. “Oggi siamo pronti- ha spiegato la presidente Paola Secci – a condividere la bozza e il progetto ‘Sardegna l’isola dei nuraghi’ con l’intento di aprirci ai suggerimenti e agli stimoli che provengono da chi amministra i territori. Lo scrigno di tesori della civiltà sarda già portato alla luce è solo una piccola parte della magnificenza ancora interrata che le campagne di scavo potrebbero restituirci”. Per il presidente dell’Anci Emiliano Deiana si tratta di un progetto che non ha eguali nemmeno a livello nazionale.

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