(Foto credit: Gruppo Soccorso Sardegna Facebook)

Singolare fatto accaduto al Pronto Soccorso del Santissima Trinità di Cagliari qualche giorno fa. Ad una anziana in cura per febbre e disidratazione sono stati perduti i vestiti. E al momento delle dimissioni si è scatenata l’indignazione dei familiari.

La donna, ultranovantenne, era sotto osservazione per una forte disidratazione. Dopo 24 ore e diverse flebo, i medici hanno deciso di rimandarla a casa.

“Siamo andati a riprenderla. Ma quando siamo entrati nel pronto soccorso, il medico non sapeva dirci dove fosse stata lasciata” racconta la figlia. “Ha dovuto chiamare tra le varie stanze il nome di mia madre, perché non sapeva dove fosse”.

Ma una volta trovata, l’amara sorpresa. “Mia madre sotto le lenzuola era nuda. Aveva solo un panno e basta. E quando abbiamo chiesto dove fossero i suoi vestiti, nessuno del personale sanitario sapeva nulla”.

La tensione è salita. “È un fatto indecente che i pazienti possano rimanere nudi e che né medici e né infermieri sappiano dove sono i loro vestiti. Mia madre soffre di bronchite cronica e ha un bypass. Basta un po’ di corrente d’aria e rischia di stare molto male. Quando ho lamentato la pessima gestione sanitaria dell’ospedale, il personale mi ha dato persino ragione! Ma negando che fosse colpa loro. Mah!”.

Alla fine, l’anziana è potuta tornare a casa con un vestito trovato all’occorrenza. “Capisco che la situazione negli ospedali sia critica e che il personale sia sotto stress. Arrivano ambulanze ogni dieci minuti, c’è gente che aspetta anche otto ore prima di sapere qualcosa. Ma un pochino di attenzione in più non guasterebbe” conclude.

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