(Foto credit: Archivio Cagliaripad)

La Corte dei Conti dà il via libera al rendiconto della Regione Sardegna per il 2022. In generale, sono stati rispettati gli equilibri di bilancio, ma non sono mancate le bacchettate da parte del procuratore generale Bruno Tridico come sull’avanzo di cassa e i debiti fuori bilancio.

Il giudizio positivo è stato emesso in mattinata in udienza pubblica dalle sezioni riunite della Corte dei Conti a Cagliari.

Tra gli elementi principali l’avanzo di bilancio di 171 milioni, ma il saldo della gestione di cassa sale a 2,9 miliardi di euro, “di gran lunga superiore a quello del 2021 già molto elevato di 2,3 mld”.

Più precisamente, il risultato di amministrazione è pari a 2,314 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2021 di 142mila euro circa (+6,5%). Al netto degli accantonamenti (1,1 mld) e della quota vincolata (1 miliardi circa), la parte disponibile del risultato di amministrazione è, appunto, di 171 milioni e 157mila euro, in miglioramento rispetto ai 92 milioni del 2021.

La bacchettata di Tridico arriva proprio all’inizio della sua relazione, per “il grave e inspiegabile ritardo di quasi un mese della Regione nella trasmissione del rendiconto, non giustificato né giustificabile da ricambi nei vertici amministrativi”, anche perché la stessa Regione “nega che vi sia stata paralisi amministrativa”. Ma non è tutto. La procura contabile rimarca anche che “la giunta avrebbe dovuto approvare il rendiconto entro il 30 aprile, invece si è auto prorogata la scadenza, a differenza di quanto avvenuta nelle altre Regioni”.

Segnalata anche la mancata approvazione di un Collegio dei Revisori dei Conti di cui la Regione è ancora sprovvista e le criticità sull’attività di programmazione della Regione, “per il terzo anno consecutivo si fa ricorso all’esercizio provvisorio e per il 2023 c’è già la stessa situazione – ha precisato Tridico -, si tratta di un istituto di carattere eccezionale che in Sardegna sta diventando la regola”.

E ancora le perplessità della Corte sull’impiego dei fondi statali da destinare all’insularità. “La regione ha scelto di assegnare le risorse indistintamente al finanziamento dell’intero bilancio regionale, ma questa scelta sostanzialmente equivale a non attuare alcuna misura concreta per agevolare gli spostamenti di persone e merci”. “L’insularità non è un pretesto per rivendicare astratte compensazioni economiche – ha spiegato il procuratore -, ma una reale ed obiettiva situazione di disagio”.

Immediata la replica del presidente della Regione, Christian Solinas, chiamato in causa. “Mi rendo conto che questa prudenza nell’appostamento delle entrate generi poi in termini indicatori, una scarsa capacità previsionale, nel momento in cui c’è uno scostamento tra previsioni iniziali e finali così evidente – ha spiegato davanti al collegio -. Questo è stato determinato per larga parte dal sopraggiungere di maggiori nuove entrate nel corso dell’anno e soprattutto, per quanto riguarda la spesa, dall’andamento della produzione normativa del Consiglio regionale”. “La Regione – ha spiegato Solinas – è una macchina complessa che ha al suo interno un momento esecutivo e gestionale, rappresentato dalla giunta, ma anche un momento programmatorio, il potere legislativo del Consiglio: molto spesso la macchina amministrativa ha dovuto gestire una serie di produzioni normative che sono arrivate alla fine dell’esercizio finanziario con previsione di nuove spese”. Per il presidente “ciò ha determinato necessariamente in molti casi l’impossibilità di andare a liquidare le somme previste entro gli esercizi finanziari e trascinare il residuo all’esercizio successivo, così come la corte ha opportunamente segnalato”.

Rispondendo alla stampa isolana, a margine, Solinas ha inoltre sottolineato che non è una caccia ai responsabili: “Non si devono attribuire responsabilità, ma migliorare la performance: è un dato di fatto che se le norme arrivano nella seconda parte dell’anno l’amministrazione ha più difficoltà a spendere entro l’esercizio in corso”. In generale il presidente della Regione evidenzia che “tutti gli indicatori sono positivi, c’è un avanzo di amministrazione e ciò certifica che il bilancio è sano e solido e che abbiamo amministrato con lo spirito dei buoni padri di famiglia”.

Per quanto riguarda le criticità il governatore assicura: “Serve accelerare il tempo che separa la decisione politica di stanziare le risorse dall’attuazione burocratica della spesa effettiva di queste risorse, su questi temi vogliamo impegnarci perché cittadini possano percepire immediatamente gli effetti positivi del bilancio regionale”.

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